“FADI” di Thomas Fadi

da | Feb 6, 2020 | Recensioni album

Ascoltando FADI, il nuovo album di Thomas Fadi, mi viene da pensare ad una  scatola.

Ho una scatola di ricordi che non apro mai. Ci sono anni di lettere d’amore, biglietti di concerti, frasi di canzoni dedicate al primo amore, poi al secondo, poi all’amore e basta. In quella scatola c’è un pezzo di me che racconto attraverso posti, luoghi e anime incrociate lungo il cammino. Non solo perché la musica è parte di quei ricordi, ma perché in ogni canzone di FADI sembra di fare un passo indietro, camminare nei ricordi assieme a Thomas Fadi. Questo album parla di lui e di noi, quando siamo persi tra le strade di una nuova città e chiediamo alla nostra mente di fare uno sforzo e ricordare tutto ciò che ci ha portato a sorridere.

Mi succede ascoltando Due noi, persa tra le strade di Bolognamentre uno dei miei ricordi fa proprio così:

nel bene o nel male, forse ti verrò a pigliare.

Forse è l’aria di Bologna, i portici o il mio posto nel mondo che mi lasciano entrare in ogni canzone leggeraleggera come quella in cui Thomas Fadi ammette che

Luca non ha niente di sbagliato se sogna sogni più grandi del mare. 

Il filo rosso dei ricordi mi accompagna lungo ogni singolo, perché le parole di Fadi sono semplici ma capaci di evocare immagini potenti, prenderti per mano e semplicemente camminare con te. Ascolto Cardine e per un attimo immagino tante persone, come me, sorridere ripensando a quanti passi hanno fatto per arrivare dove sono, perché

se è stato tutto per arrivare qui, si ne è valsa la pena. 

Ne vale la pena, sempre. Mentre cerchi di trovare una spiegazione, un motivo a cui aggrapparti per continuare, le parole per ricordare a te stesso che non contempli la resa nelle tue scelte:

amore il mondo stasera era una punta di spillo per me.

Perché nessuno può entrare nella tua testa e nel tuo cuore, nessuno può vivere ciò che vivi e sentire ciò che senti, il dolore e le mani che tremano, i sogni che sembrano andarsene così come il coraggio, mentre

fuori è tempesta e dentro è tempesta vera. 

Ma i ricordi forse possono smettere di essere bui. Possono, ne sono certa. Diventano luce sul presente, col presente, nel momento esatto in cui quella luce viene dai nostri occhi, dalla nostra vita che finalmente ha volti, anime e cuori che tracciano una strada in cui si può inciampare e cadere, senza farsene una colpa. Io che sono una romantica, questa luce la vedo e la sento brillarmi sulla pelle mentre ascolto Se ne va, quando Fadi canta

se ne va un altro giorno, un’altra notte, lì dove il tuo respiro va a ritmo con il mio.

E se è vero che nomen omen, questo disco ha il titolo giusto, perché più ascolto FADI e più penso che un po’ potrebbe chiamarsi Virginia, o Giulia, o Marzia, o come ognuno di voi si chiama.

Questo perché è un disco che dal titolo ti fa capire una cosa importante: parla di FADI.

Così come parla di lui, può parlare di noi e rimettere assieme i pezzi, tra ricordi passati e ricordi che saranno, mentre prendiamo in prestito una frase per farla nostra e dedicarla a un giorno che non dimenticheremo. Sono nostalgica, ma apprezzo comunque la nota allegra e spensierata di Owo, perché in fondo non c’è nulla di male nel raccontarsi anche sorridendo e ballando un po’, qualche volta. La serietà, in dosi massicce, può giocare brutti scherzi. Un posto speciale in questo disco lo occupa Rimini, la cover di Fabrizio De André che Fadi ha interpretato nell’album tributo Faber Nostrum. Non avrei mai pensato di ascoltarla in quest’album, ma se il filo che ho sentito condurmi è stato quello dei ricordi, forse un motivo c’è e un incastro con questa scelta, pure.

Questa sera, probabilmente, quella scatola mi verrà voglia di aprirla e saprò cosa ascoltare mentre mi vengono a trovare i pezzi di strada che ho già percorso.

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