Di diritto d’autore si sente parlare spesso, anche in ambito musicale. A volte però non è ben chiaro a cosa questo diritto si riferisca realmente e chi o che cosa tuteli.
Partiamo dalle minuziosità giuridiche. La legge che sancisce il diritto d’autore è la n. 633 del 1941. Sono protette ai sensi di questa legge “le opere dell’ingegno di carattere creativo che appartengono alla letteratura, alla musica, alle arti figurative, all’architettura, al teatro ed alla cinematografia, qualunque ne sia il modo o la forma di espressione”. Tra queste, dunque, rientra anche qualsiasi tipologia di lavoro musicale.
Ma il diritto d’autore non tutela solo chi pubblica la canzone. Questo diritto infatti riguarda 3 tipologie di soggetti:
- l’autore dell’opera musicale;
- l’artista che la esegue, qualora questo sia diverso dall’autore;
- il produttore che realizza la registrazione.
Cosa vuol dire esattamente essere protetti dal diritto d’autore?
Questo diritto stabilisce che solo il titolare di tali diritti su un’opera musicale possa creare copie e distribuire l’opera, eseguirla pubblicamente. Il diritto d’autore ha durata di 70 anni.
Diritto d’autore: diritti patrimoniali e morali
Il concetto di “diritto d’autore” racchiude al suo interno due grandi categorie di diritti. Si tratta dei diritti patrimoniali e quelli morali.
I diritti patrimoniali sono tutti quelli che riguardano le implicazioni economiche di un’opera musicale. Riguardano ad esempio la distribuzione o esecuzione di un brano e il relativo ritorno economico per l’artista che ne detiene i diritti. In particolare, i diritti patrimoniali sono:
- Diritto di esecuzione in pubblico, ovvero l’artista ha il diritto di autorizzare e percepire un compenso per l’esecuzione del brano;
- Diritto di comunicazione al pubblico dell’opera, ovvero l’artista ha il diritto di far conoscere al pubblico la sua opera mediante mezzi promozionali;
- Diritto di pubblicazione;
- Diritto di riproduzione dell’opera in molteplici copie;
- Diritto di trascrizione, ovvero di “trasformare le opere espresse in forma orale in una forma scritta”;
- Diritto di elaborazione e modificazione dell’opera;
- Diritto di noleggio e prestito, ovvero il diritto dell’autore “di autorizzare la cessione in uso delle sue opere”;
- Diritto di seguito, che ha a che fare con la percezione di un compenso per ogni vendita dell’opera.
I diritti morali, invece, hanno lo scopo di tutelare la personalità e la reputazione dell’artista. Questi diritti sono considerati inalienabili, imprescrittibili e irrinunciabili. Pertanto, possono essere esercitati indipendentemente da quelli patrimoniali. Essi sono:
- Diritto di paternità, ovvero il diritto di venire indicato pubblicamente e riconosciuto come creatore dell’opera;
- Diritto di integrità dell’opera, con cui l’artista può opporsi a ogni modifica o taglio del suo brano;
- Diritto di inedito, che stabilisce che solo l’autore può decidere se e quando pubblicare la sua opera;
- Diritto di pentimento, che sancisce la possibilità di ritirare l’opera.
Il riconoscimento del diritto d’autore comporta il pagamento di una tassa che deve essere corrisposta alla SIAE.
Diritto d’autore e royalties
Al discorso del diritto d’autore è legato anche quello delle royalties.
Le piattaforme di streaming musicale come Spotify, infatti, ricompensano il diritto d’autore mediante un sistema di royalties. Tali royalties consistono in un pagamento che gli artisti ricevono per le riproduzioni di un loro brano.
Ogni piattaforma ha una propria politica in merito alle royalties. Apple Music, ad esempio, paga 0,010 dollari per ogni stream. Spotify segue una logica più complessa per cui il corrispettivo pagato per ogni stream dipende anche dalla modalità di ascolto della musica e dagli accordi presi tra la piattaforma e le etichette, ma si stima che questo guadagno si aggiri tra gli 0,003 e i 0,005 dollari.
AI e diritto d’autore in musica
Nell’epoca di massima esplosione dell’intelligenza artificiale, vale la pena fare un ragionamento su cosa essa comporta in termini di diritto d’autore quando viene utilizzata nella musica.
Suno, Udio, Loudly sono solo alcune delle AI sviluppate per fare musica. L’obiettivo è quello di supportare artisti e produttori tramite la generazione di basi musicali, testi, effetti sonori ma anche intere canzoni.
Ma se un brano viene prodotto utilizzando l’intelligenza artificiale, ad essa può essere applicato il diritto d’autore?
La risposta è molto difficile da dare in questo momento e in parte dipende dall’inquadramento legale del diritto di Paese in Paese.
In Italia, ad esempio, il diritto d’autore si applica a quelle opere che rispettino 3 requisiti:
- originalità, ovvero essere frutto del proprio ingegno;
- creatività, essendo la manifestazione della personalità dell’autore;
- novità, poiché non deve essere la riproduzione di nulla già presente sul mercato.
Se guardiamo questi elementi, è difficile accordare a un artista la protezione del diritto d’autore su un brano creato con l’AI, in quanto verrebbe a mancare parte della creatività e dell’originalità necessarie secondo la legge.
Negli USA, invece, nel 2023 si è stabilito che un’immagine prodotta da AI non può essere considerata protetta dal diritto d’autore. Questo significa che il suo utilizzo è libero e non vi sono rischi nell’utilizzarla a livello commerciale. Ciò creerebbe un precedente per future decisioni legali in materia di diritto d’autore anche per quanto riguarda la musica.
Inoltre, c’è anche da considerare la questione del machine learning.
Gli algoritmi dell’AI sono addestrati mediante input di milioni dati che provengono dalla realtà esistente. Le AI impiegate in musica, dunque, svolgono il loro compito basandosi su una serie di informazioni e di brani che vengono inviati alla loro memoria di lavoro. Questi brani quindi sono già esistenti, sono stati prodotti da un essere umano e sono quindi protetti dal diritto d’autore.
Qui sta la zona grigia. Un brano prodotto dall’AI che viene generato grazie a una raccolta di input protetti legalmente, può essere utilizzato liberamente da un artista umano che vi apporrà in seguito il proprio diritto d’autore?
La questione è ancora molto dibattuta. Ciò che è certo è che lo sviluppo di questa tecnologia ci porterà sempre più spesso davanti a importanti bivi legali che dovranno essere regolamentati per proteggere gli artisti.