Nonostante l’anno non sia ancora ufficialmente terminato, abbiamo deciso di racchiudere in questo articolo cinque album del 2024 che, fra e insieme a tanti altri, ci hanno colpiti, per un motivo o per un altro.
CLUB DOGO – “CLUB DOGO”
I cavalieri della Tavola Rotonda dell’hip hop italiano, dove Milano corrisponde a Camelot, si sono riuniti a un decennio dall’uscita del loro ultimo lavoro per annunciare il loro ritorno con un album che non poteva avere altro nome all’infuori di “Club Dogo”. Un sogno per tutti i nostalgici dei primi anni 2000, ma anche a distanza di vent’anni i Club Dogo sono ancora capaci di incastrare una poetica che fonde “ignoranza cafona” con il “benessere economico ostentato da discoteca”, per citare Paola Zukar. I Dogo – che non hanno perso lo smalto, anzi, forse ci hanno messo il top coat – si sono fatti conoscere per i loro racconti sull’orrida sporcizia che si nasconde sotto al tappeto del conservatorismo italiano, tema ancora molto attuale.
MAHMOOD – “NEI LETTI DEGLI ALTRI”
Se mettersi nei panni degli altri implica di per sé empatia, infilarsi “NEI LETTI DEGLI ALTRI” richiede coraggio. A tre anni da “Ghettolimpo”, tutti si aspettavano un album pieno di hit urban da ballare, come “TUTA GOLD”. Invece, Mahmood ha deciso di optare per delle tracce intimamente oniriche e dolcemente sofferenti che raccontassero la vita difficile della periferia, l’infanzia, i ricordi, le attese, la sensazione di vuoto e tutti quei problemi che non osiamo affrontare perché parte di un problema enorme: noi stessi.
ROSE VILLAIN – “RADIO SAKURA”
Con “RADIO SAKURA”, la fata turchina del rap spegne il Bat-Segnale per imbracciare una katana. “RADIO SAKURA” si pone come un sequel del precedente “Radio Gotham”, ma i due album posso considerarsi, per certi versi, diametralmente opposti, a partire dall’atmosfera, che in “RADIO SAKURA” abbandona le tinte tetre e sinistre di Gotham City, per concentrarsi su Rosa Luini, la persona che si cela dietro alla celebrità. Al suo interno troviamo hit diventate viralissime come “CLICK BOOM!”, presentata al Festival di Sanremo, “COME UN TUONO” (feat Guè) e “IO, ME ED ALTRI GUAI”.
LAZZA – “LOCURA”
C’è chi, dopo “Sirio”, aspettava un altro album con impazienza e chi mente. “LOCURA” è forse l’album più irreprensibile dal punto di vista della tecnica tra quelli elencati in questo articolo, forse lasciando qualche nervo scoperto sul fronte della narrativa. Le aspettative su questo album erano molto alte, ma Lazza ha saputo rispondere prontamente con brani che hanno lasciato tutti di stucco come “ZERI IN PIÙ (LOCURA)” feat. Laura Pausini, “-3 PERDERE IL VOLO” feat. Marracash, “GHETTO SUPERSTAR” feat. Ghali e “MALE DA VENDERE”.
ANNA – “VERA BADDIE”
C’è ancora qualcuno che non sa a memoria le prime battute di “TT LE GIRLZ”? Con la sua estetica neon fatta di Hello Kitty, rosa e glitter, “VERA BADDIE” è stata la colonna sonora della nostra estate, forse per le hit al suo interno, forse per la moda, forse per il meme. Ciò che non è in forse, tuttavia, è il talento di Anna nel rendere il rap un genere girly tanto quanto il pop, mettendo una bella pulce nell’orecchio di chi pensa che per fare rap devi essere un maschio o un maschiaccio.