Venerdì 8 novembre è uscito Marziani, il nuovo singolo dei Negramaro estratto dall’album di inediti “Free Love”, in arrivo il prossimo 22 novembre. Il brano rappresenta un ritorno alle radici rock della band, un pezzo energico e incisivo che ribadisce la loro capacità di creare brani capaci di unire testi poetici a sonorità potenti.
Marziani è un pezzo che sa unire il ritmo incalzante del rock con una riflessione profonda sulla natura umana. Giuliano Sangiorgi, con la sua voce inconfondibile, ci porta tra le contraddizioni del nostro tempo. Siamo creature assetate di affetto, ma spesso incapaci di esprimerlo, alieni a noi stessi quando si tratta di amore e connessione. Marziani diventa così il simbolo di questa distanza, ma anche di una possibile riconciliazione.
Il testo dei Negramaro invita a ritrovare felicità e autenticità nelle piccole cose. Le mani, metafora ricorrente, diventano il tramite per tornare a una dimensione più umana e semplice, lontana dalle maschere sociali e dai meccanismi di apparente perfezione. Muoverle, come suggerisce il ritornello, equivale a rompere le barriere e lasciarsi guidare dall’istinto.
Ecco allora che, nel contesto di relazioni disorientate, compare l’immagine degli antichi egiziani: una civiltà che ha lasciato un’impronta indelebile nella storia, ma che per molti resta avvolta nel mistero. Come loro, ci sentiamo spesso incomprensibili agli altri, costretti a comunicare in codici che non sempre vengono decifrati.
Marziani: trovare la pace nelle piccole cose
In un mondo iperconnesso e iperprotetto, persino un gesto di contatto fisico può destabilizzare l’equilibrio. La pace, sia interiore che sociale, appare fragile, pronta a essere infranta al minimo tocco. Nel cuore del testo emerge una domanda esistenziale: possiamo essere felici senza fingere? Il brano risponde con un messaggio chiaro:
Senza più fingere, noi saremo felici con niente
La felicità autentica non richiede grandi conquiste o maschere, ma nasce dalla capacità di accettare il nulla apparente e valorizzare ciò che già abbiamo.
Se saprai fingere, le tue mani non sanno niente”
Questo mostra la disconnessione tra ciò che sentiamo e ciò che mostriamo. I movimenti fatti senza sincerità, perdono la loro capacità di trasmettere emozioni.
Marziani vuole insegnarci che per quanto ci sentiamo distanti, alieni, persino incomprensibili, è proprio attraverso la semplicità e l’autenticità che possiamo rimanere, nel profondo, più umani.
Ci ricorda che a volte basterebbe stringersi le mani, pronte a sostenersi l’una con l’altra, per restare umani.