Sono migliaia le canzoni sull’estate e centinaia quelle sulla fine dell’estate. Ci potremmo chiedere come mai è stato scritto così tanto su questa stagione dell’anno e sul suo finire. E, soprattutto, quali sono i cinque brani più adatti alla fine dell’estate 2024?
L’estate è sicuramente quella stagione che la maggior parte di noi, a qualsiasi età, in qualsiasi momento della vita, aspetta con più impazienza.
Da bambini è il tempo del gioco e dei compiti a casa che ci si riduce sempre a fare negli ultimi dieci giorni sotto le ansie dei genitori. Da adolescenti è il tempo del divertimento senza la scuola, delle vacanze in comitiva, degli amori sulla sabbia, delle pedalate in bicicletta col costume, dei bagni nell’acqua calda del mare di notte.
Quando diventiamo adulti diventa il tempo del riposo dal lavoro, della fuga dalla città, dei viaggi per cui, per tutto il resto dell’anno, risparmiamo e ci organizziamo. Diventando ancora più grandi, è il momento di ricongiungimento con i figli lontani, il tempo speso a viziare e coccolare i nipoti, quello in cui bere più acqua del solito per proteggersi dal caldo. Ecco che, tutto questo, rende piuttosto chiaro perché l’aspettiamo tanto e perché tanta musica è stata dedicata a questa stagione.
Una stagione che dura sempre troppo poco. Un po’ perché (seppur negli ultimi anni si siano allungati i nostri mesi caldi e torridi, per via del cambiamento climatico) i mesi d’estate che fanno rima con vacanza sono pochi rispetto ai lunghi mesi invernali di scuola e lavoro.
Un po’ perché, forse, è come diceva Leopardi ne “Il sabato del villaggio”: l’attesa spasmodica, ansiosa e gioiosa del giorno di festa è quasi meglio del giorno di festa in sé, che passa in fretta. Tralasciando la metafora sulla vita che faceva Leopardi in questa poesia parlando della Domenica, il concetto si adatta bene anche all’attesa dell’estate e al suo passare e finire.
È questo il motivo per cui sono state scritte tante canzoni sulla fine dell’estate?
Tra i tantissimi titoli dedicati a questo specifico periodo dell’anno, ce ne sono sicuramente alcuni che non possono non essere citati. Dei classici intramontabili che, quando diciamo “fine dell’estate”, ci vengono in mente. Le loro note nelle orecchie e le parole canticchiate d’istinto sulla bocca.
L’estate sta finendo dei Righeira, il celebre brano del 1985 e quello del 1992 di Franco Califano, Un’estate fa, poi reinterpretata da Mina e nel 2001 dai Delta V. Non si può, poi, non citare Impressioni di settembre, la canzone scritta da Mogol e Mauro Pagani e pubblicata nel 1972 della PFM, storica band simbolo del progressive rock italiano, e che da tanti altri (Franco Battiato, Marlene Kuntz, Dargen D’amico, solo per citarne alcuni) è stata poi reinterpretata.
“Summer has come and passed” sono le parole iniziali di un altro grande classico, quando si parla di canzoni da fine dell’estate. E continua poi “Wake me up when September ends” la famosissima canzone dei Green Day. Infine, altre tre citazioni doverose sono: “Il 31 agosto c’è una storia che nasce e un’estate che muore” da Guardia ’82 di Brunori Sas; “D’altronde è feroce settembre” da La gigantesca scritta Coop di Le luci della centrale elettrica contenuta in quel primo disco che nel titolo, Canzoni da spiaggia deturpata, aveva sempre qualcosa a che fare con l’estate. E poi, “Settembre spesso ad aspettarti e i giorni scarni tutti uguali” dalla canzone dei Baustelle che si chiamava Gomma.
Anche solo leggendo i testi delle tante canzoni dedicate alla fine dell’estate, possiamo capire come questo momento sia vissuto in modo non univoco da tutti.
Sicuramente c’è una maggioranza che lo vive come un momento triste e nostalgico, ma c’è anche un rovescio della medaglia. La fine dell’estate può essere anche un momento positivo: il ritorno alle nostre vite dopo averle lasciate sospese a casa, la ripresa di progetti che ci entusiasmano, la fine del caos e dei luoghi di villeggiatura affollati, o il ritorno della vitalità nelle città che si erano svuotate. Spesso anche la fine di quella specie di noia che proviamo nel non avere qualcosa da fare, seguendo quella stessa logica strana per cui durante tutto l’inverno ci lamentiamo del freddo e bramiamo l’arrivo di quel caldo che, poi, dopo poco ci stufa.
Nel mare sconfinato della musica ci sono 5 canzoni, un po’ per tutti, da mettere assolutamente nella playlist di questa fine dell’estate 2024.
Cinque canzoni da ascoltare nel viaggio di rientro dalle vacanze, cantando a squarciagola. Mettendo le cuffie nelle orecchie per isolarsi dal rumore della città. Premendo il tasto play delle casse quando in casa il ventilatore è ancora acceso e settembre è ancora caldo.
1. La fine dell’estate, The giornalisti
Una canzone che sembra dipingere a toni pastello una tipica estate adolescenziale e tipicamente italiana, senza tempo, dagli anni ’80 alla GenZ. La malinconia è il sentimento che fa da padrone, nonostante quelle tastiere vivaci che ci fanno ballare come se fossimo ancora davvero là “con le dita piene di sabbia”. La fine dell’estate era una canzone contenuta nel disco dei The giornalisti del 2014 dal titolo Fuori campo. Forse il più bel disco della band e che ha preceduto Completamente Sold Out, quello che li ha portati al successo. Una canzone che porta con sé, quindi, anche la malinconia di quei The giornalisti dai suoni contemporaneamente freschi e vintage del 2014.
2. Settembre, Gazzelle
Solita gazzellata, di cui il pregio principale è la riconoscibilità del suo modo scanzonato di cantare, risalente al 2019. “Settembre è un mese di merda per ricominciare” dice Gazzelle, e quando lo sentiamo ci viene voglia di urlarlo insieme a lui perché ci fa pensare alla ripresa della scuola, del lavoro, della routine quotidiana, del tram tram invernale. In realtà la canzone vuole invitarci a sdrammatizzare un amore finito, l’odio o la difficoltà di una ripresa. E perché no, magari può aiutarci anche a sdrammatizzare la nostalgia della fine dell’estate.
3. Domani, Ernia
Questa canzone di Ernia è del disco 68 del 2018 e ci fa pensare alla noia che ci aspetta tornando in ufficio, quando smettiamo di goderci le giornate estive e tutto torna ad essere un’organizzazione continua del giorno successivo. L’ascoltiamo e ci ricordiamo quando camminavamo sui sassi, che siano quelli del mare o della montagna, e stavamo bene.
4. Non mi piace viaggiare, Giorgio Poi
Questa canzone di Giorgio Poi, invece, è per tutti quelli che nella fine dell’estate non vedono un momento di tristezza per qualcosa di bello per cui proveranno mancanza. È per chi odia gli spazi (sempre più) stretti degli aerei, per chi vede la routine come qualcosa di confident che d’estate si spezza, per le persone che in paesi stranieri non si sentono accolte come nella propria stanza. Una canzone dal mood anti estivo che, per l’approccio alla fine dell’estate, non per pregio musicale della canzone di Giorgio Poi, fa venire in mente un brano degli Earth, Wind & Fire del 1978 dal titolo September. Una canzone disco-funk, quest’ultima, tra le più ballate della storia, in cui settembre non porta malinconia ma, anzi, è il mese in cui ci si risveglia dal torpore estivo e qualcosa di nuovo potrebbe iniziare e renderci felici.
5. Estate nera, Réclame
I Réclame sono una band emergente romana che unisce il classico cantuautorato alla musica elettronica e new wave, soprattutto in questa canzone del 2023. Estate nera è un antitormentone estivo, una canzone che parla male dell’estate. Una stagione stressante con il caldo che non dà tregua, le zanzare, la corsa agli aperitivi, l’obbligo morale di uscire a fare serata, la folla ovunque. E né un tramonto al mare né il fresco della montagna, alla fine, riescono a rendere tutto questo più sopportabile. Questa è la canzone perfetta per combattere la tristezza della fine dell’estate ed è come una vocina sincera e, forse, soppressa che abbiamo nella testa e che c’insinua un piccolo dubbio: ci mancherà davvero l’estate?