Santoianni si è distinto nella scena musicale fin dall’inizio, grazie a una scrittura che, pur mantenendo le radici nella canzone d’autore, si apre a una poetica contemporanea, fresca e precisa. Donato Santoianni all’anagrafe, è un cantautore milanese con due album in studio all’attivo. Ha iniziato la sua carriera nel 2009, vincendo Sanremo Lab (Area Sanremo) come il più giovane vincitore.
Finalista alla “Ciao – rassegna Lucio Dalla 2024” e semifinalista a “Musicultura 2024”, ha ottenuto numerosi riconoscimenti tra cui il contributo al cinema con il brano “Litorale” nella colonna sonora del film “Holiday” di Edoardo Gabbriellini, presentato al Toronto International Film Festival nel 2022, e la collaborazione con Ron nel 2023 come autore di due brani per l’album “Sono un figlio” e come apertura di alcune date del tour teatrale.
Da venerdì 7 giugno, è disponibile La soglia dei trenta, il nuovo album di Santoianni, preceduto dall’uscita del singolo omonimo e del brano “Questa canzone non vale niente”. Il progetto, edito da Kobayashi Edizioni Musicali e distribuito da ADA Music Italia,
La soglia dei trenta: il manifesto di una generazione firmato Santoianni
La soglia dei trenta di Santoianni è un concept album composto da 8 tracce. È un manifesto di una generazione, che esplora il disincanto e il cinismo di un trentenne nell’Italia di oggi, incapace di trovare il proprio posto e di nutrire speranze per il futuro: una critica netta a una società svuotata e apatica, dominata dal consumismo e dalla superficialità.
Attraverso un viaggio emotivo che si dipana da una canzone all’altra, Santoianni affronta temi sociali e culturali di grande rilievo. Tocca argomenti che spaziano dall’abuso di droghe tra i giovani alla commercializzazione della musica. Ancora della cultura nell’era dello streaming, come descritto in Questa canzone non vale niente, fino alle politiche migratorie in Nulla da perdere e alle profonde riflessioni di Come ci sono arrivato fin qua.
Il progetto è frutto della collaborazione tra la scrittura di Santoianni e la sinergia musicale di Luca Lanza e Molla, che hanno lavorato insieme alla produzione e agli arrangiamenti.
“La soglia dei trenta” è un progetto che ha visto una realizzazione piuttosto veloce nella sua fase di scrittura e produzione musicale, ma abbastanza lunga nella sua maturazione finale. Ho scritto tutte le 8 canzoni a fine 2023 nel giro di pochissimi giorni. Avevo bisogno di provare a trovare qualcosa di diverso soprattutto nelle sonorità che mi permettesse di esplorare la mia scrittura e questo preciso momento della mia vita. Un po’ come se fosse dovuto, appena compiuti i miei trent’anni ho tirato una linea netta e ho provato a fare un bilancio che includesse nei suoi “numeri” non solo il mio posizionamento nella società da trentenne ma anche il mio sguardo critico verso l’esterno. Il risultato finale di questo percorso interiore è stato un vero e proprio scontro con la verità che ho cercato di trasformare in canzoni che fossero il più possibile dirette e istintive sia nei contenuti che nella loro costruzione melodica. Senza paura di esprimere la mia personale ma convinta opinione sulle cose.”
Che La soglia dei trenta di Santoianni abbia inizio: premiamo play…
L’album si apre con Questa canzone non vale niente. Il brano presenta una visione cruda e incisiva della società odierna, che evidenzia l’ineluttabile declino che sembra averla ormai pervasa. È un grido di consapevolezza, una riflessione sul fallimento della nostra civiltà, resa volutamente più leggera attraverso un’armonia spensierata e ironica. Il testo, potente e schietto, si intreccia con richiami al cantautorato americano, creando un interessante contrasto tra parole e paesaggi musicali.
Segue IA (Intelligenza artificiale) che tratta un argomento molto attuale. L’autore si chiede se il progresso ci solleverà dal compito di innovare e far progredire il mondo. Magari l’intelligenza artificiale prenderà il nostro posto imparando a svolgere tutte quelle attività che ormai non riusciamo più a fare. In quella che è, anche se in modo insolito, una canzone d’amore, l’unica certezza è che niente potrà mai sostituire il legame tra due persone, costruito su piccoli e unici dettagli personali che non possono essere replicati in nessun modo.
Nulla da perdere è una canzone di denuncia che affronta la superficialità e la crescente disumanità. Il testo incisivo critica aspramente coloro che affrontano con inspiegabile chiusura il tema delle migrazioni e dei viaggi via mare verso l’Italia. La voce narrante è quella di un uomo in viaggio, “che non ha nulla da perdere”, consapevole che i suoi sogni sono ben più grandi di chi cerca di “affondarli”.
La titletrack La soglia dei trenta racchiude il concept dell’album. È un ritratto cinico dei trent’anni che mira a valorizzare i fallimenti, rivalutandoli nonostante lo scoraggiamento.
Il brano si propone come l’inno della rivincita degli ultimi, rappresentativo di una generazione che ogni giorno deve confrontarsi con l’impotenza e l’incapacità di influenzare il mondo. Nonostante l’amara consapevolezza presente nel testo, la canzone riesce a essere coinvolgente e di facile ascolto.
Il cambio di stagione, un brano ironico, basato sulla metafora del cambio di stagione, alleggerisce la dicotomia tra passato e modernità. La narrazione evidenzia le contraddizioni sia dei tempi attuali che di quelli passati. Non riesce a rispondere definitivamente alla domanda: “Si stava meglio prima o stiamo bene noi oggi?”.
Non ce la posso fare è una canzone che mette in primo piano l’incoerenza umana. Il testo si basa sull’inversione di alcuni proverbi celebri o frasi comuni, con l’obiettivo di lanciare una critica esplicita a coloro che adottano nobili cause per evitare di sentirsi coinvolti e complici delle ingiustizie che ci circondano quotidianamente. È un richiamo diretto a coloro che si presentano come altruisti, ma che nella realtà dei fatti non lo sono.
La festa del paese è la rappresentazione di un luogo immaginario, distante dalla miseria e dall’indigenza.
Un’ambientazione inesistente che persiste nelle proprie certezze, convinta di essere la migliore destinazione possibile, tanto da proporre se stessa come alternativa valida agli altri luoghi. Nella narrazione di questa canzone, ciò che sembra essere un paradiso si rivela gradualmente intriso di illusioni e banalità, evidenziando che non esiste un luogo al mondo dove si possa essere davvero liberi da influenze culturali e preconcetti.
Chiude l’album Come ci sono arrivato fin qua: una domanda senza risposta. Il tempo scorre e spesso non siamo consapevoli del cammino che ci ha condotti fino a quel punto. Così accade per chi, a trent’anni, si ritrova a riflettere su come sia arrivato fin lì, ma anche per una società che ci ha portato, quasi senza rendercene conto, verso la solitudine e il disorientamento. Quella che inizialmente è una riflessione personale di Santoianni, diventa un interrogativo collettivo: come siamo arrivati fin qui?