“ULTRAFRAGOLA”, il primo disco “rock” di Giovanni Ti Amo

da | Giu 4, 2024 | Recensioni album

Non solo uno dei pezzi d’arredo più in voga del momento, ma un progetto che pone al centro di tutto l’amore in tutte le sue sfaccettature, vissuto e indagato con più maturità e consapevolezza: Giovanni Ti Amo torna con ULTRAFRAGOLA.

Venerdì 31 maggio è uscito su tutte le piattaforme ULTRAFRAGOLA (Pulp Music/Island Records),  il disco d’esordio di GIOVANNI TI AMO, all’anagrafe Giovanni Cantiello, il nostro consulente d’amore preferito (se non capite la reference non siete passati al MI AMI qualche giorno fa, male; bene invece per esservi evitati la lotta con il fango).

Il progetto segue l’EP del 2023 “DONGIOVANNI“ ed è stato anticipato dai singoli “KOKA”, “18+” e “COCKTAIL DI GAMBERI”. Abbiamo fatto un salto al Mercato Comunale di Viale Monza a Milano per un’inedita presentazione dell’album (tra questionari sulle relazioni, lecca lecca fruttati brandizzati e birrette) e successivo showcase “rock” tra amici.

Non solo uno dei pezzi d’arredo più in voga del momento, ma un progetto che pone al centro di tutto l’amore in tutte le sue sfaccettature, vissuto e indagato con più maturità e consapevolezza. L’artista classe 1999 analizza dinamiche relazionali più complesse, meno effimere, esplorando i rapporti a distanza, le relazioni in cui ci si dona a tutto tondo, attraverso racconti sinceri, tra vulnerabilità e insicurezze.

GIOVANNI TI AMO ha curato l’intera produzione artistica del disco, affiancato da una lunga lista di produttori e amici: Joe Croci, Edoardo Castroni, Edoardo Ruzzi, Federico Nardelli, Daniele Alberico, winniedeputa e Federico De Nicola. Due feat., quelli con con Rosolo Roso e Masa Masa, a completare il tutto.

Dieci tracce dalle sonorità essenziali, accoglienti e imperfette che rimandano direttamente alla dimensione live e alle influenze delle band rock di altri tempi. Le intenzioni di questo disco sono chiare già al primo ascolto: raccontarsi e abbracciarsi in un unico vortice ultrafragola.

I layer di significato dietro ULTRAFRAGOLA di GIOVANNI TI AMO:

Dietro a ULTRAFRAGOLA ci sono più sfumature di significato. Innanzitutto c’è un collegamento con il mio primo EP, dove c’era sempre l’estetica delle fragole, quindi superamento anche di quello che avevo fatto precedentemente, un tentativo di continuare su quella linea, ma anche di superarla per certi aspetti, la consapevolezza di un progetto più complesso. Il secondo significato è relativo allo specchio ideato da Ettore Sottsass nei primi anni ‘70 e il disco è per me uno specchio, un qualcosa in cui potersi rivedere in maniera sincera, veritiera e genuina, una fotografia di quello che effettivamente sono in questo momento

Fil rouge: spontaneità e imperfezioni, il tutto registrato nel retrobottega di un tabaccaio a Fiorenzuola d’Arda, in provincia di Piacenza.

Tutto (o quasi) è registrato nel retrobottega della tabaccheria del padre di Joe Croci, uno dei produttori insieme a tanti altri di questo disco, il principale in quanto ho fatto gran parte dei brani lì. Ho registrato in una stanza che non è acusticamente perfetta, non è uno studio, e il bello è stato proprio questo: far emergere questa genuinità presente in tutto il disco, i suoni “scarni”, le produzioni ridotte all’osso, pochissimi layer di strumenti, pochi ragionamenti, abbiamo acceso gli strumenti e i microfoni e abbiamo registrato lì. Un disco “rock” per l’approccio, non tanto per il suono. Uno quando dice rock pensa al “distorto”, ma secondo me il rock è un qualcosa più relativo all’attitudine

L’evoluzione del concetto di amore da “DON GIOVANNI” a ULTRAFRAGOLA:


Per ora le canzoni d’amore sono quelle che mi vengono più facili, le prediligo perché emergono con più facilità. Scrivere in questo momento non è un lavoro d’ufficio, ma più un’esigenza. Rispetto a “DON GIOVANNI” il modo di raccontare è cambiato, c’è molta meno fugacità, molto meno “Don Giovannismo” se si può dire, c’è più il racconto di una fase amorosa che non è ancora consolidata ma ha un grado di complessità maggiore.

“SUPERORGASMO” parla di una relazione a distanza, dei problemi che possono emergere, del mancarsi.

Poi c’è anche un pezzo un po’ più conscious, “PERLA RARA”, che parla del rapporto con Milano, di come mi sono sentito nei mesi precedenti in merito a una mia aridità emotiva: mi sembrava di stare realizzando il sogno di chiunque, stare a Milano, fare un disco, conoscere persone, avere un contratto, fare musica, ma io non riuscivo a godere di queste cose; parlo di queste cose qui in relazione all’”altro”, del tentativo di riconoscersi nell’altro, donare le proprie insicurezze e debolezze all’altro. Questa, sì, è la punta più introspettiva del disco.

Chiaro che ci sono anche pezzi più spensierati come “COCKTAIL DI GAMBERI” che è veramente nata in mezz’ora, d’impatto e che parla della relazione tra una donna di Milano e io che sono di Caserta, di tutte le differenze. Quindi riassumendo c’è più maturità nel raccontare l’amore, o meglio racconto più sfumature diverse, l’amore meno “sottile” e più “consistente””.

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