Marenero è il nuovo singolo di Mediterraneo, al secolo Alessandro Casali, il cantautore emergente che mescola sonorità raffinate a una penna originale e poliedrica.
Dopo l’uscita del primo singolo del 2024 “Italia”, Mediterraneo ci regala un pezzo dalle sonorità fresche, frizzanti: una miscela densa di riferimenti al syntpop anni 80, senza mai perdersi in banali revival, aggiungendo il necessario tocco moderno al brano.
I precedenti singoli usciti nel 2024 sono solo la punta dell’iceberg di un percorso che inizia da lontano e affonda le sue radici da una scelta, quella di un giovane ragazzo di abbandonare il suo lavoro a tempo pieno da elettricista per dedicarsi all’unica cosa per lui veramente importante: la musica.
Fu così che dopo poco uscirono due lavori: il primo EP del 2021 “Sicilian tape”, dove incontriamo un lavoro certosino di ricerca sonora che produce una sfilza di brani dal sound originale, con vibes ambient-pop mescolato alla tradizione italiana per la musica leggera.
Nel 2022 è uscito il suo primo album “Hotel Miramare”, un album dove Mediterraneo inizia a mettersi in discussione, varcando la soglia delle atmosfere elettro-indie per accogliere strumenti classici come chitarre e pianoforti. Il tutto dando vita a un album che lascia il sale in bocca e la pelle satinata, sembra quasi di sentire l’acqua che ti accarezza l’anima e un sole che ti abbraccia. Un album che espone fragilità e sensazioni uniche che lasciano spazio alla mente per vagare.
Marenero, il grido festoso di chi ha imparato a cadere come Mediterraneo
Il nuovo singolo Marenero uscito lo scorso 17 maggio per Island Records/Universal e prodotto da Michelangelo, propone in chiave fresca e per forza di cose estiva, un vademecum delle sensazioni che si provano quando ci si rialza dopo un momento difficile, guardando con un mezzo sorriso ciò che ci ha colpiti e scolpiti. Un brano dalle sonorità tutte da scoprire: dal funky al pop, passando per la musica elettronica e il reggaeton.
Marenero ha un vestito leggero e orecchiabile, tuttavia anche dopo il primo ascolto ci si trova di fronte a un testo che parla di passato e di presente; evidenziando quella linea sottile che lega la buca dove siamo inciampati al panorama che possiamo ammirare dopo esserci rialzati scrollandoci di dosso il fango.