Dopo tre anni dall’ultimo lavoro discografico, Pierdavide Carone torna ad intrecciare storie con Carla e la Credenza, decodificando e interpretando tutti coloro i quali hanno paura di sfidare le proprie convinzioni.
Dopo aver vinto il premio della critica alla nona edizione di Amici di Maria de Filippi, aver firmato la canzone “Per tutte le volte che…” con il quale Valerio Scanu trionfa al Festival di Sanremo nel 2010, viene prodotto da Lucio Dalla con il quale parteciperà anche al Sanremo 2012 col brano “Nanì”. E potremmo continuare a elencare le sue parabole musicali.
Pierdavide Carone a caccia di superstizioni in Carla e la Credenza
Si percepisce una sorta di filo empatico che collega l’interprete Pierdavide Carone a Carla, ritratto stereotipato della resistenza al cambiamento. La verità è che il cantautore appare come un attento scrutatore dell’intimità della vita dei suoi personaggi di carta, traendo motivi e forme comportamentali che si riversano nella musica.
Tutto ciò porta ad un tentativo di percepire il mondo dal punto di vista dell’altro, in questo caso una credenza, che rappresenta la paura di cambiare. Anche la musica esprime con le sue coloriture naturali l’ascolto delle conversazioni, la libertà intellettuale e gli incontri che fanno mutare atteggiamento sia alla vocalità dell’artista sia alla figura di Carla.
Superstizione e allusione
Per un istante penso alla Carla degli Indifferenti di Moravia, mai veramente convinta di ciò che sta compiendo, in balia degli eventi; una donna che non riesce a reagire alle incursioni della vita, rappresentando di fatto il decadimento della borghesia dell’epoca.
Nella stessa maniera la musica di Pierdavide Carone sembra costruirsi e modellarsi in maniera perfetta, seguendo schemi ritmici e armonici della classicità del pop contemporaneo ma senza rimane bloccato nella forma canzone grazie alle incursioni di elementi sonori che insieme all’interpretazione a dir poco magistrale fanno sì che Carla e la Credenza si distingua per originalità, intenzionalità ed espressività.