Vasco Brondi, la meraviglia di essere effimeri

da | Apr 15, 2024 | #Cromosomiintour

Tante parole come gocce di rugiada, cesellate da un poeta dei nostri tempi.

Ci sono artisti che scelgono di limitare i loro discorsi durante i concerti, tra una canzone e l’altra, per far parlare più la musica anziché loro stessi.

Ci sono altri artisti che sono così intrinsecamente legati alle loro opere, alle loro parole, alla loro musica, che scinderli è impossibile. Sono un’unica entità che ondeggia sul mondo in tanti modi diversi, rimanendo però una cosa sola.

Vasco Brondi appartiene sicuramente a questa categoria. Vasco Brondi è la sua musica e ogni parola che pronuncia.

Le parole echeggiano veloci, durano nell’aria per un tempo infinitesimale, ma alcune si incastrano nell’anima e non escono più. Un po’ come gli esseri umani.

Milano, i Magazzini Generali si riempiono delle parole di Vasco Brondi

La prima delle tre date a Milano, ai Magazzini Generali, è fatta di moltissime parole. Viviamo in un’epoca in cui anche i cantautori si arrendono spesso alla ricerca delle hit, verso una ricetta che produca pezzi facilmente remixabili. L’obiettivo diventa quello di far scatenare un target di persone più ampio possibile, così da avere una platea abbastanza ampia da riempire palazzetti e stadi, un’orda da far saltare gridando i tormentoni con una fascia brandizzata attorno alla testa.

Ecco, Vasco Brondi cerca un’esperienza diversa: forse andare ad un suo concerto assomiglia più ad un monologo teatrale che ad una serata in discoteca, a differenza di ciò che ultimamente quasi tutti cercano di propinare al pubblico.

Non c’è la ricerca spasmodica dell’hype, c’è una secchiata di parole che ti arrivano tutte addosso, perfette, a volte pungenti, a volte soffici, e ti lavano l’anima con la loro incomprensibile accuratezza.

Vasco Brondi si circonda di un gruppo di musicisti fenomenali, con una speciale menzione per i giovanissimi Carlo Toller (che lo scorso anno accompagnava i Verdena) e Clara Rigoletti.

La scaletta di Vasco Brondi a Milano

La scaletta è fatta di un mix equilibrato tra i due ultimi album da Vasco Brondi puro e i primi quattro realizzati nascondendosi sotto la coperta chiamata Le luci della centrale elettrica.

Ascoltarli uno dietro l’altro evidenzia ancora di più il percorso di Vasco, che davvero è diventato adulto per tentativi (cit.) e ci è riuscito anche molto bene.

Dalla rabbia provinciale di Canzoni da spiaggia deturpata che ha dato la spinta e l’energia per fare iniziare tutto, si arriva ai brani morbidi e maturi di Un segno di vita che ben poco hanno da invidiare ai mostri sacri del cantautorato italiano. Nel 2008, forse, quasi nessuno ci avrebbe scommesso. Qui sotto la scaletta completa, con gli asterischi a indicare i brani de Le luci della centrale elettrica.

  1. Illumina tutto
  2. Le ragazze stanno bene *
  3. Meccanismi
  4. Qui *
  5. Fuoco dentro
  6. Incendio
  7. La Terra, l’Emilia, la Luna *
  8. Fuori città
  9. 40 km *
  10. Cara catastrofe *
  11. Macbeth nella nebbia *
  12. Quando tornerai dall’estero *
  13. I Sonic Youth *
  14. Cosa sarà (Lucio Dalla cover)
  15. I destini generali *
  16. Chakra *
  17. Per combattere l’acne *
  18. Piromani *
  19. Mistica
  20. A forma di fulmine *
  21. Un segno di vita
  22. Nel profondo Veneto *

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