“Sangue” è la rivincita di BigMama 

da | Mar 11, 2024 | Recensioni album

Alla mezzanotte di venerdì 8 marzo, Sangue, album d’esordio di Marianna Mammone (aka BigMama), è fuori su tutte le piattaforme. Il disco arriva a seguito della partecipazione alla 74esima edizione del Festival con “La rabbia non ti basta” e al suo più recente intervento nell’aula dell’Assemblea Generale dell’Onu, in cui l’artista campana ha portato la […]

Alla mezzanotte di venerdì 8 marzo, Sangue, album d’esordio di Marianna Mammone (aka BigMama), è fuori su tutte le piattaforme. Il disco arriva a seguito della partecipazione alla 74esima edizione del Festival con “La rabbia non ti basta” e al suo più recente intervento nell’aula dell’Assemblea Generale dell’Onu, in cui l’artista campana ha portato la sua testimonianza di vita e il suo messaggio di amore universale e di lotta contro ogni tipo di discriminazione.

Casualità non programmata ma caduta a pennello è l’uscita di Sangue durante la Giornata Internazionale della donna. Qui di seguito il monologo di Marianna da Le Iene di qualche settimana fa, in caso ve lo foste persi. Un flusso di pensieri che anticipa alcuni dei temi clou del disco. Femminismo, violenza psicologica, catcalling e bullismo ne saranno i veri e propri protagonisti.

Uno dei primi complimenti che mi ho ricevuto è stato: “sei una ragazzina, eppure hai scritto un pezzo che spacca”. Ci ho messo un po’ a capire che fosse un complimento a metà. Quando una donna spacca la sua voce non è più uno strumento, è un megafono, il suo corpo non è più un oggetto, è un manifesto, la sua carriera non è più un gioco, diventa politica.
Quando inizieranno a capire che le donne spaccano e basta? Per la serata più potente del mio Sanremo ho scritto questa barra: “Sono una donna che spacca, fa strano?”. Non c’è sensazione più brutta del sentirsi soli e io l’ho provata per una vita intera: essere attaccata, derisa, violentata, per poi sentirsi sporca e profondamente in colpa. Ero stanca, la mia voce doveva essere ascoltata, doveva prendere la mano e accompagnare chi era all’ascolto verso la consapevolezza. Nel mio piccolo penso di esserci riuscita.
Ricorda: quando parli sei pericolosa e non puoi essere controllata e posseduta. Sono una donna che spacca, fa strano? È una frase che se la pronuncio ora mi fa pensare solo a una gioia immensa. Lì su un palco insieme ad altre ragazze mi sono sentita fortissima come la voce delle donne unite.
Siate scomode, date fastidio, ribellatevi, dite di no, denunciate, prendete la paura e trasformatela in qualcosa che può spaccare il mondo a metà. Parlo ma senza cravatta, fa strano?

12 tracce che scandiscono 12 capitoli di vita, tra sonorità urban, pop e influenze elettroniche e raggaeton.

Testi di BigMama, produzioni curate da Francesco Fugazza, CanovA, ITACA, Damiank, Brun, Crookers e lo storico tastierista di origine americana Mark Harris, collaboratore di Fabrizio De André, Edoardo Bennato, Pino Daniele, Eros Ramazzotti e molti altri. Due feat d’eccezione al femminile con due amiche: M¥SS KETA e La Niña.

In ogni pezzo c’è un capitolo della mia vita: dal freestyle al capitolo della malattia, quello del “Sono donna”, fino a quello Queer.”

Nel 2023 ho cercato di trovare la chiave giusta per esprimere concetti tramite la musica ed effettivamente mi sono resa conto che nel mio stile mancava qualcosa, come per esempio più sonorità che potessero aprire porte per più tipi di ascoltatori. Ho iniziato a sperimentare generi nuovi, in Sangue coesistono più generi musicali: partiamo da quello da cui nasco, il rap, per arrivare poi a influenze pop, dance e raggaeton. In quest’album ho voluto parlare in prima persona di un po’ di storie che ho vissuto nella mia vita, di un po’ di fattacci. Si parla di catcalling, di violenza sulle donne, di bullismo e rivalsa, del periodo della mia malattia. Ma ci sono anche pezzi più leggeri, qualche gioco di stile come nel primo pezzo che apre il disco.”

La tematica del sangue per me è molto importante e ricorrente. Dalle mie parti quando si soffre si dice “buttare il sangue” e diciamo che nella vita ho sofferto abbastanza e ne sono uscita a testa alta. Poi alla fine tutti soffriamo, non sono l’unica, non sarò l’ultima. Poi sangue perché sono molto legata ai miei legami di sangue, c’è un pezzo che ho dedicato ai miei fratelli che porta questo nome. Sangue anche perché il tumore che ho avuto è quello lì e sangue perché secondo me la musica, il ritmo, le parole ce le ho nel sangue. Non ho mai studiato tanto, sono innate, ho anzi fatto quasi tutto da autodidatta.“

Ed è proprio la penultima traccia, “Veleno” il pezzo più struggente di Sangue. Scritta durante i cicli di chemioterapia, Marianna racconta in maniera toccante e incisiva la malattia e di come l’esigenza di scrivere e la musica siano state una vera salvezza. Due microfoni in presa diretta, uno per il pianoforte di Mark Harris e uno per la voce, conferiscono al brano un ulteriore grado di intimità ed essenzialità.

La musica è stata la mia cura sin da piccola. All’inizio mi sono sfogata con la musica perché non riuscivo a parlare del mio malessere. Poi l’ho usata nella difficoltà della malattia per sfogarmi. È stata la medicina più curativa. In quel periodo di cura, durante la pandemia, ero chiusa in casa. La musica era l’unica valvola di sfogo.

Mark Harris è un divertente signore di 69 anni con un percorso straordinario, lontano dal mio, che era esilarante quando storpiava i nomi dei rapper. Abbiamo registrato insieme, ci seguivamo a vicenda quasi in presa diretta. È stato un nuovo diverso modo di lavorare, mai fatto prima. Grande orgoglio aver lavorato con Mark, un vero professionista. Comunque riascoltare oggi quel testo ha un bel peso emotivo.

In netta contrapposizione musicale e tematica, troviamo “Fortissima Freestyle”, la traccia che apre l’album in maniera pungente e ironica. A suon di barre BigMama si toglie qualche sassolino dalla scarpa, omaggiando il genere hip hop anni 2000 in chiave 2024, ritornando un po’ alle origini. Questa è l’ennesima prova che Marianna è un’artista estremamente propensa alla versatilità stilistica.

Sulle influenze rap e la scena urban italiana:

Da piccolina come tutte le ragazzine ero fissata con tutto il mondo pop americano. Al rap, in particolare a Salmo, uno dei miei punti di riferimento, mi ci sono avvicinata più in là. I miei primi testi erano molto un richiamo al flow e al ritmo Machete.”

In Italia fino a 3 anni fa c’erano testi omofobi e transfobici ovunque. La scena urban è un ambiente che nasce come maschilista, eppure in questo momento ci sono così tante ragazze brave nel mondo del rap che prima o poi cambieremo la rotta. A livello mondiale nelle classifiche ci sono Nicki Minaj, Cardi B, Doja Cat… in Italia non ancora ma stiamo iniziando a muovere i primi passi.”

I feat all’interno di Sangue:

“Con la Myss abbiamo un’amicizia musicale che va avanti da un po’. Abbiamo scritto e collaborato tante volte insieme. Lei è una persona che amo tanto: si è spesa per delle dinamiche quando nessuno ancora lo faceva ed è riuscita a portare queste tematiche nella scena musicale italiana. Vedere un’artista Queer collaborare anche nel mondo del rap non era facile e lei è stata la prima a farlo. Ci tenevo molto ad avere la sua voce nell’album perché condividiamo tante battaglie.”

“Per quanto riguarda la La Niña, io sono profondamente innamorata della sua scrittura, della sua musica e della sua personalità. Credo sia una delle artiste più interessanti del panorama, la stimo davvero molto artisticaemente e siamo molto amiche.”

Discriminazioni, violenza, sofferenza, legami affettivi, ma anche riscatto e ribellione. In Sangue di BigMama c’è un’iniezione di tutto questo, con le giuste dosi di ironia e introspezione.

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