Il teatro Ariston grida di felicità: finalmente siamo davanti alla tanto attesa 74esima edizione del Festival di Sanremo.
Come da 4 anni a questa parte, Amadeus prende per mano il Festival e ne cura la conduzione, accompagnato in questa prima serata da Marco Mengoni come co-conduttore “Cò-cò” e da Fiorello.
La serata parte rapida per colmare la curiosità del pubblico italiano e poco prima delle 21 la prima artista a calcare il palco del Festival è Clara. Direttamente dalla quarta stagione della serie tv Mare Fuori, il pop elettronico di Clara apre le danze della 43esima edizione di Sanremo. In lei scrutiamo una bella sicurezza sul palco, un’audacia quasi naturale e rilassata. Clara al suo primo festival presenta Diamanti Grezzi, un ballad elegante che si lascia ricordare senza troppe difficoltà.
L’artista successivo è Sangiovanni, di cui riconosciamo immediatamente il romanticismo, romanticismo che, quest’anno sale sul palco di Sanremo tramite Finiscimi, un brano trasparente, libero ma forse fin troppo immediato. In versione adorabile, Sangiovanni con il suo brano costruisce semplicemente il muro della nostalgia dei suoi vent’anni.
Poi balliamo e balliamo ancora con Mariposa di Fiorella Mannoia, che a piedi scalzi calca il palco del Festival portando un brano che appare ai nostri occhi come una presa di coscienza verso sé stessa. Una farfalla nella bellezza della sua età. L’artista ottiene una standing ovation al gusto di libertà.
Proseguiamo con La Sad, che si presenta sul palco in veste colorata – ma non troppo. Roteando fra loro come in una partita di pallavolo, i tre membri della band ci presentano Autodistruttivo, una brano-denuncia verso i problemi giovanili e il disagio creato dall’avvento dei social. Un manifesto contro una società che ci desidera unicamente soggetti performanti.
Total black per Irama che non sa smentirsi, presenta Tu No sul palco di Sanremo 2024 e davanti a noi abbiamo solo conferme su di lui: intenso e sentimentale. Il cantante parla ancora una volta di mancanza e di nostalgia, dimostrandosi un artista che altro non sa – se non d’amore.
Per sesto sul palco di Sanremo sale Ghali: pigiama glitter per il rapper, che con Casa Mia sveglia la situazione all’Ariston; un brano in cui l’influenza di Davide Petrella ci dà la garanzia nel sapere che balleremo su queste note. Un testo importante accompagna finalmente un nuovo Ghali, che sembra più consapevole, più allegro e più luminoso.
Con Ricominciamo Tutto, i Negramaro cominciano una nuova era. Ma che nuova era in fin dei conti non è, la band salentina si rivela sempre la stessa nella sua autenticità e carisma. Ricominciamo tutto è un brano cucito per Sanremo e ci cattura per le stesse motivazioni per cui i Negramaro si sono sempre fatti amare dal pubblico.
Senza accontentarsi mai, Annalisa cavalca il palco di Sanremo con la grinta di chi, negli ultimi mesi, si è guadagnato il titolo di hit-maker. Sinceramente è già nelle nostre teste e si aggiunge solo agli altri tasselli di una vita artistica ormai fiorente.
Nessuna parola o sillaba ulteriore per Tuta Gold di Mahmood, il brano parla già da sé. L’Ariston diventa d’oro e si prepara ad accogliere l’intensità di Mahmood, a cui è già abituato. Scoppiettante e inimitabile, l’artista non si smentisce. L’energia e la rabbia in Tuta Gold ci aiutano a delineare in lui una nuova fase artistica.
Il buon Diodato non ci sorprende ma ci ammalia. In Ti Muovi non ci lasciamo trascinare da qualcosa di innovativo, ma le orecchie godono ugualmente per un bel brano in perfetto stile Sanremese, che funziona nella sua tipica normalità.
Dodicesimo Sanremo per la regina rock della musica italiana. Pazza è la canzone di Loredana Bertè e pare sia un titolo adeguato. Iconica e coraggiosa. Con tutte le probabilità del caso non ci aspettavamo nulla di diverso.
Ad un tratto i bassi di Geolier partono dall’Ariston e arrivano fino ai nostri cuori. con I p’ M, Tu p’ Te l’artista partenopeo infuoca il teatro in maniera chic e passionale. Un brano che convince e che magari vince.
Una bella energia per Alessandra Amoroso, che con Fino a Qui rimane coerente con quanto di lei già visto e percepito. Con un’attitudine sicura, sale sul palco di Sanremo e tramite il suo brano parla di crescita e di consapevolezze acquisite.
Performance impeccabile per la presentazione di Un ragazzo, Una ragazza, brano dei The Kolors. Le chitarre di Stash e la varieta’ dei suoni ci riportano ancora una volta dentro la peculiare dimensione funk dei The Kolors.
La serata prosegue – e non ci resta che ridere e sorridere di e con Angelina Mango, che con una vocalità incredibile al sapore gipsy, presenta La noia, un brano che trascina e fa danzare l’Ariston. Un’energia senza confini e senza eguali.
Siamo a metà serata. Giro di boa.
Il Volo e la loro potenza non si fanno trovare impreparati, ma con Capolavoro, purtroppo non escono dalla loro comfort zone.
Successivamente Big Mama calca emozionata il palco dell’Ariston portando La rabbia non ti basta, un brano che veicola un messaggio universale: l’accettazione di sé stessi. L’artista si allontana dalla sua natura street e dentro un vestito da principessa dark sferra l’arma del pop.
E’ il momento dei ritorni: sul palco di Sanremo da “scartare” come un pacco di natale, i Ricchi e Poveri si riconfermano iconici. Allegria e spensieratezza senza impegno. Ma non Tutta la Vita è il loro ritorno all’Ariston dopo più di trent’anni.
A seguire Emma si scatena su Apnea. Un brano frizzante ma senza una direzione precisa: non ciò che ci aspettavamo, ma forse nemmeno ciò che desideravamo.
I veterani del festival, Renga e Nek tornano sul palco di Sanremo proponendoci Pazzo di Te: una ballad apprezzabile, soprattutto da chi già li ama.
Mr. Rain invece, continua a parlare d’amore anche con Altalene, il suo nuovo brano. Rimane coerente senza andare oltre i confini della sua musica ma con la capacità di risultare sempre d’impatto.
Danzanti, freschi e scenografici i Bnkr44 creano un’atmosfera coinvolgente data dalla coesione fra i membri. Con Governo Punk, la “boy-band” in fin dei conti non ci delude.
Se pensavamo di non poter mai vedere una versione di Gazzelle ancora più sentimentale di quella a cui siamo abituati, ci sbagliavamo. Tutto Qui è una dichiarazione d’amore che ci scioglie. Gazzelle si ri-conferma, facendoci tuffare nella sua emotività.
Quindi dove si balla? Sicuramente sul nuovo brano di Dargen d’Amico. Onda Alta ci fa saltare ragionando.
Con Dargen comprendiamo l’importanza della delicatezza verso tematiche che non possono cadere nell’indifferenza.
Rose Villain ci sorprende. L’artista sale sul palco con Click Boom!, un brano dal testo dolce e dalla strumentale inaspettata, tanto inaspettata che la sensazione provata è quella di ascoltare più canzoni condensate in una sola. Rose Villain ci mostra con fierezza ogni sua sfumatura.
I Santi Francesi portano sul palco dell’Ariston L’Amore in Bocca. Un pop fresco e sensuale che ci porta verso la fine della prima serata di Sanremo.
Pop a cassa dritta per Fred De Palma, che si difende con Il Cielo Non Ci Vuole. L’artista racconta di malesseri in amore, senza però fare quel passo in avanti per convincerci.
L’amore in tante sue forme viene descritto da Maninni in Spettacolare. Timbrica interessante in un brano che però risulta qualcosa di già sentito.
Penultimo artista in gara è Alfa con Vai. Il giovane artista riempie il palco nonostante la tarda ora, una chitarra lo segue e fa da sfondo ad un brano spensierato che suona come un mantra verso la forza di volontà.
La buonanotte questa sera ce la da Il Tre, con Fragili apprezziamo la sua versatilità. L’artista sferra l’arma del rap contestualmente a quella del pop e il risultato è senza dubbio interessante.
La serata si conclude con la prima classifica di quest’anno, che vede al quinto posto Mahmood con Tuta Gold, seguito da Diodato al quarto posto con Ti Muovi e da Annalisa al terzo con Sinceramente, comanda poi la classifica Loredana Bertè con Pazza davanti ad Angelina Mango che si guadagna il secondo posto con La Noia.
Ma il viaggio è appena cominciato.