di Serena Palmese
Il nuovo singolo dei VOINA Che vita di merda, uscito venerdì 19 gennaio per V4V Records (Sony/ATV Music Publishing), è un’anticipazione del nuovo album in uscita a fine febbraio. Un brano tra i più puri e sinceri, una canzone sui sogni infranti e sulla decadenza moderna che mostra un’ironia amara e una flebile speranza di rimanere umani nonostante tutto.
Che vita di merda è un’istantanea di giornate tutte uguali, circondate da liste di cose da fare, di cose da pagare e di falsi bisogni come via d’uscita. Storie terribilmente ordinarie di vite ordinarie.
I VOINA provengono dalla tundra abruzzese. Irrequieti per natura, parlano di notti storte, sbornie di acciaio, amori sporchi e strade vuote, e di bellissime storie da bar sotto casa.
Nel corso degli anni, i VOINA hanno visto evolvere il loro progetto e il gruppo ha conosciuto diversi membri, ma una cosa è certamente innegabile oggi: non a caso sono una delle band più energiche e intense emerse negli ultimi anni, apprezzata da un pubblico numeroso che abbraccia il loro rock controcorrente, provocatorio, ma allo stesso tempo melodico e caldo:
Oggi mi sento un cesso
Magari compro qualcosa
Su un sito alla moda
Lo metto nel carrello
Sperando che mi distraggo
Che mi scordo
Io non ho un soldo
Io non ho un soldoHai bisogni di cose da fare
Di guardare un bel film demenziale
Per smettere di pensare, di pensare
Di pensare alla crisi
Non si vendono i libri
Non c’è più una foresta
Cristo, ancora la guerraChe vita di merda
Che vita di merda
Che vita di merda è proprio l’urlo di una generazione che ha necessità di sbraitare, di fare quel salto fuori dal cerchio come Jack Frusciante, ma sono ancora molto inermi per rischiare appieno, gli artisti raccontano infatti:
“Ti svegli e mentre caracolli infreddolito verso il bagno, accendi il telefono, e scrolli senza alcuna funzione vitale sulle notizie della giornata: guerre, epidemie, pestilenze, crisi finanziare. Può iniziare la giornata. Ti rendi conto che sei in un ritardo per il tuo magnifico lavoro e allora ti butti dalla finestra della tua cucina direttamente in auto imprecando contro il traffico. Arrivi a lavoro. Otto ore di quel senso di vertigine da horror vacui facendo cose che non ti piacciono, per persone che non conosci che le venderanno a tizi che non ti interessano. Torni strangolato a casa e il tuo Iphone ti ricorda che devi pagare quella cosa che scade proprio oggi e tu dici: “Ma proprio oggi?”. Sì, oggi. Nel tuo cervello si forma un pensiero che senza filtri accede alle tue corde vocali lasciando comparire una frase soave e arresa di sole sei sillabe: “Che vita di merda”. E in qualche modo, ti senti già meglio.”
È inoltre disponibile il videoclip di Che vita di merda prodotto interamente in AI che palesa tutte le complessità dei tempi in cui viviamo: la frenesia, il bombardamento mediatico (e reale) e l’arte come strumento per parlarne (facendolo o deturpandolo).
La copertina dei brano è tratta, infatti, dalla celebre Merda d’artista di Piero Manzoni (una delle opere più irriverenti del XX secolo). Probabilmente la più scandalosa di tutte le opere d’arte non tanto per lo scandalo della sua rappresentazione ma della presentazione degli escrementi come arte. Merda d’artista è più un’impresa artistica che un’opera d’arte in senso tradizionale.
Che vita di merda dei VOINA è proprio quella decadenza tutta contemporanea di chi nasconde qualcosa di brutto in un barattolo e sa che in una minuscola scatoletta potrebbe esserci tutto il male del mondo.