Tra le rivelazioni di questa 74esima edizione del Festival di Sanremo è impossibile non includere Angelina Mango, reduce da un 2023 di fuoco e, chissà, destinata a un 2024 altrettanto esplosivo. Siamo stati negli uffici di LaTarma per una chiacchierata con l’artista, intorno a un tavolo cosparso di cartoline e peperoncini (che per scaramanzia non guastano mai). Abbiamo parlato di ricordi legati al Festival, pronostici di vittoria, aspettative (che è meglio non avere, sempre per scaramanzia) e ovviamente del pezzo in gara: La noia.
Scritto a quattro mani con Madame e composto insieme a Dardust, La noia (LaTarma Records, distribuito da ADA / Warner Music Italy) di Angelina Mango è un pezzo che si presenta a primo impatto come una “cumbia contemporanea” con contaminazioni prettamente urban, in cui i contrasti sonori e tematici rispecchiano esattamente l’ambivalenza della vita, composta da momenti positivi e negativi. Il concetto di noia viene associato a quel tempo prezioso che ognuno di noi ha a disposizione per conoscersi in maniera più attenta, la noia è quel motore che ci aiuta ad apprezzare ogni periodo della vita, quell’aura di tranquillità da cui farsi avvolgere.
Alla domanda di rito sulle sensazioni pre-Festival Angelina ci risponde così:
«Sono entrata in un “frullatore gigante”, però sono carica e pronta, il mio istinto che mi porta a fare musica non cambia di palco in palco, o da un momento all’altro della mia vita, è sempre lo stesso. Spero che questo mi porti ad essere sempre naturale, fresca e sincera sul palco. Mi sento molto entusiasta, come i bambini che aspettano il Natale, non ce la faccio più ad aspettare»
«Per tutti questi anni ho lavorato per questo, però adesso sento di avere una tranquillità addosso che non provavo da tanto tempo. Credo che questo mi lascerà lo spazio mentale per godermi tutti i momenti di questa esperienza. Se avessi affrontato prima Sanremo avrei pensato a come combattere le paure e l’ansia. Adesso penso a come vivere appieno ogni momento, è un altro tipo di approccio, quindi per fortuna che mi trovo adesso in questa situazione»
«Sarò molto schietta: è una canzone in cui credo fortemente. Credo in me, perché altrimenti non sarei qui e non avrei avuto il coraggio di presentarmi, credo nel team che ho attorno. Mi sono circondata nell’ultimo anno di persone a cui tengo anche umanamente e di cui mi fido. E quindi, le carte per andare lì e stare il più tranquilla possibile ce le ho. L’unica variabile può essere l’esibizione, quel palco fa paura, però io sono convinta che i palchi siano curativi e tutte le volte che mi è successo di salire sul palco passava tutto (anche la febbre a 39). L’unico mio obiettivo sarà scendere da quel palco e sapere di aver comunicato qualcosa alle persone, di non essermi distratta e di essermi vissuta quei 4 minuti sul palco»
Mica male per essere in un “frullatore gigante”. Naturalmente le aspettative da un’artista con un background famigliare del genere sono alquanto alte. Qualcuno la definisce una “predestinata”, qualcun’altro associa in maniera ironica la sua data di nascita e quella di altri due vincitori sanremesi degli scorsi anni come un altro segno del destino. Ci si mette perfino l’intelligenza artificiale con Chat GPT che ha previsto la sua vittoria per questa edizione. Ma, a questo proposito Angelina chiarisce il suo punto di vista:
«Sono dei bei ricordi quelli che ho di Sanremo, legati alla mia famiglia e al festival in generale. Detto questo, sono anche una persona che cerca di non farsi troppe aspettative, io non mi vedo come una “predestinata” perché questo aumenta le responsabilità e la tensione. Preferisco mantenere quello stato di stupore che mi contraddistingue da sempre e sono sicura che questa attitudine mi porterà ad affrontare tutto con molta meno tensione. Io me la vivo, non ci credo al fatto di essere predestinata»
«Le prime volte che aprivo i social e mi vedevo nelle liste varie dei papabili partecipanti a Sanremo io forse non avevo neppure scritto La noia e non pensavo di poter essere tra tutti quei grandi nomi, non mi ci vedevo. Non abbiamo scritto La noia pensando a Sanremo, ma mi è venuto in mente che potesse essere il pezzo giusto nel momento in cui abbiamo finito di lavorare in studio e abbiamo sentito il provino in macchina. Diciamo che è una canzone che non lascia a casa niente, porto questo pezzo a Sanremo senza nessun rimpianto perché c’è tutto quello che io posso dare in questo momento. C’è l’energia, la vitalità, però c’è anche la pesantezza e la profondità. Non mi sarei mai permessa di salire su un palco così importante con qualcosa che non mi rappresentasse così tanto»
Sulla collaborazione con Madame e Dardust:
«Non mi aspettavo di poter collaborare con due giganti del genere, così presto tra l’altro. Con loro c’è stato proprio un incontro “concettuale”, ci siamo trovati sul concetto da esprimere. E infatti secondo me è tutto molto coerente, ci sono delle melodie malinconiche, un testo molto profondo. C’è anche la cumbia, un ballo che si fa per esorcizzare i momenti difficili, quindi emerge anche un bel messaggio da mandare a casa. Lavorare in studio con Dario è un momento davvero di pace, ci siamo più volte trovati quest’anno e lavorare per questo brano è stato molto naturale»
«Io nella mia vita mi sono annoiata sempre molto poco, perché ho sempre vissuto molto intensamente cose molto grandi, molto belle e anche molto brutte. In questo mi sono trovata molto d’accordo con Madame: entrambe abbiamo vissuto dei momenti in cui arriva la tranquillità, la noia. Quei momenti lì sono quelli in cui, all’inizio, una persona che è abituata a vivere cose grandi disdegna, ma allo stesso tempo i momenti di noia non sono altro che tempo prezioso che abbiamo in più da dedicare a noi stessi. Nonostante i mille impegni ultimamente ho vissuto questa tranquillità e ho capito molto di più di me stessa. Sicuramente tra una vita noiosa e una di alti e bassi sceglierò sempre la seconda, ma lascerò sempre un po’ di spazio per la noia»
Per non farsi mancare niente, subito dopo La noia, l’artista tornerà sui palchi.
«La mia unica certezza è che dopo Sanremo tornerò sul palco, il 17 aprile al Fabrique a Milano e poi ci sarà il tour nei club da ottobre, dei club un po’ più grandi rispetto all’anno scorso, ma sempre club, voglio ancora guardare in faccia le persone del pubblico e non saltare nessuna tappa. Ci faremo un altro bel giretto d’Italia. Sarà un duetto collettivo e non vedo l’ora»