Il tour di Serena Brancale, dopo 40 appuntamenti, si è concluso sabato 13 gennaio all’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone di Roma.
Un’ora e mezza di live che avremmo voluto non finisse mai, tra colpi di scena, interazioni con il pubblico, musicisti straordinari e la sua autoironia.
La regina della loop station ci trascina ancora una volta in uno spettacolo completamente nuovo, con arrangiamenti inediti e una formazione ad hoc.
Sul palco con lei Marco Bottoni, Nausica, Domenico Sanna e Matthew Vane (Matteo Spanu), special guest l’amico di sempre Fiat131 e i ballerini Leonardo Bonfitto e Francesco Cariello.
Si parte con un’entrata a effetto dai posti a sedere verso il palco, intonando a cappella con tutta la band il celebre brano di Toni Santagata, Quant’è bello lu primmo ammore, che dà ufficialmente inizio al live. Breve presentazione e via, catapultati nel magico mondo di Serena Brancale: a tutti gli effetti un’incantatrice. Prima suscita curiosità con la sua tecnica vocale, ammalia con la sua sperimentazione e poi mica ti molla. È questo il bello.
Un live in cui c’è tutto: la sua anima, quella black della passione senza tempo per il jazz e quella figlia del Sud (lei, particolarmente legata a Pino Daniele) e della sua amata Puglia.
Dal pop al jazz, dal rhythm&blues, al soul, la musica di tradizione si unisce all’elettronica, il dialetto barese si lega all’antico rumeno, lasciando spazio anche a chi l’ha accompagnata in questo viaggio. Sicuramente da menzionare la performance di Matthew Vane, omaggio a Stevie Wonder e la sua Lately e quella di Nausica con la sua Favole, brano arrivato in finale a Sanremo Giovani.
Sentirsi a casa non è difficile con Serena, capace di rendere intimo uno spettacolo come quello all’Auditorium, sedendosi tra il pubblico, cercando costantemente un contatto, dall’applauso alla risata. I feedback non tardano certo ad arrivare, infatti lo spettacolo si conclude in bellezza con il pubblico sottopalco, pronto a ballare sulle note finali.