Le cose cambiano: la provincia di Massimo Pericolo è tornata

da | Dic 4, 2023 | Recensioni album

Dicembre è iniziato col botto con il release de Le cose cambiano, il terzo album di Massimo Pericolo. Ad una prima occhiata, il disco sembra avere un carattere spiccato, reso ancora più deciso da featuring importanti, recentemente svelati sul profilo instagram dell’artista. Le cose cambiano tratta tematiche delicate: il riscatto, la depressione, la decadenza della provincia. […]

Dicembre è iniziato col botto con il release de Le cose cambiano, il terzo album di Massimo Pericolo. Ad una prima occhiata, il disco sembra avere un carattere spiccato, reso ancora più deciso da featuring importanti, recentemente svelati sul profilo instagram dell’artista.

Le cose cambiano tratta tematiche delicate: il riscatto, la depressione, la decadenza della provincia. Fin da Scialla Semper Massimo Pericolo mette nero su bianco la realtà cruda della periferia: le droghe, lo spaccio, la galera, la sensazione -o consapevolezza?- di essere abbandonati dallo Stato. Questo nuovo album non fa eccezione. 

Massimo Pericolo racconta con sincerità il degrado della provincia

Con una nonchalance disarmante, il Vane descrive la vita dei ragazzi della provincia di Varese, che poi è uguale a quella di chi vive in qualsiasi altra realtà povera d’Italia. La provincia è uno stigma sociale di cui non ci si libera mai: non importa quanto si rivoluziona la propria vita, la sua “puzza” inevitabilmente resterà sempre addosso. 

Perfino le condanne penali vengono raccontate con candore, quasi come se fossero inevitabili, spade di Damocle sulla testa di tutti i ragazzi di provincia. Ciao Frate è un esempio del tentativo di scardinare il dogma, di umanizzare la figura del pregiudicato. È uno scambio epistolare fra Alessandro e Niko Pandetta: la sua lettera, scritta da dietro le sbarre, recita 

Voglio di più dei miei reati e dei tattoo, tutta ‘sta gente che ne sa? Ma puoi capirmi solo tu che sei il mio fra’

La condanna è temporanea e dopo averla scontata è ancora possibile realizzarsi: Massimo Pericolo ne è l’esempio ed i suoi pezzi sono il suo modo per motivare chi nella vita ha ricevuto poche cose belle. 

Ricordi quando in strada non avevamo una via d’uscita? Quando fare i reati era l’unica soluzione? Mo guarda dove siamo e come cambia questa vita 

Purtroppo, la linea fra l’essere il portavoce delle realtà socio-culturali più basse ed il giustificare i reati è sottile e probabilmente in qualche occasione è stata superata. Vero è che non si può giudicare una situazione senza averla vissuta: perciò in questo articolo concederemo il beneficio del dubbio. 

Featuring importanti e rollercoaster sonori

Riguardo la scelta dei featuring, Massimo Pericolo spiega: 

“Nel rap che ascolto devo sentire le stesse cose che ho provato nella mia vita. E la stessa cosa l’ho cercata nei feat che ho scelto. Il dolore, l’ingiustizia, la fame, la solitudine.”

È per questo motivo che nell’album compaiono artisti che Alessandro stima professionalmente ma soprattutto umanamente: come nel caso di Tedua, con cui canta Straniero e che è stato àncora in un momento difficile, prima ancora che Alessandro diventasse Massimo Pericolo.

Fra gli altri artisti presenti nell’album figurano Guè -con il quale Massimo ha rinnovato la collaborazione dopo Sarabamba e Need U 2nite-, Emis Killa, Speranza, Rafilù, Baby Gang e Fight Pausa.

Le tracce si susseguono con contrasti inaspettati: sound più crudi, come nella controversa traccia Massimo Pericolo o in Fils de Pute, si alternano a tracce più intime, quali Senza di me o Non parlarmi, senza dimenticare le rime canzonatorie in Di Persona, feat. Guè.

Tutta questa varietà sonora è resa possibile anche dalle collaborazioni con diversi producers, primo fra tutti Crookers che, al contrario di quanto fatto nei precedenti due album, stavolta ha prodotto soltanto una traccia: Povero Stronzo.

Il resto dell’album vanta produzioni più o meno note: Shune, Greg Willen, Dardust, Yung Purple, NKO, 2nd Roof, TempoXso & Janax e Xqz

Massimo Pericolo diventa quasi un amico d’infanzia

Le cose cambiano è un album profondamente intimo: Alessandro Vanetti non ha paura di rivivere i traumi del passato e racconta con un realismo sorprendente la realtà e soprattutto la quotidianità di provincia. Addirittura basta avviare lo skit, 17 anni, per poter trascorrere dei momenti con il Vane ed i suoi amici. 

Dal momento in cui si preme play, per 53 minuti, si ha l’impressione di vivere una di quelle serate fra amici in cui ci si racconta senza filtri e perché no, magari si piange anche un po’. Al termine de Le cose cambiano, il legame fra l’ascoltatore ed Alessandro (il ragazzo di provincia, non il personaggio) è diventato indissolubile.

Nel corso dell’album viene menzionato spesso il tema della salute mentale, tanto da “monopolizzare” un’intera traccia: Non parlarmi, che chiude il disco. Anche in questo caso Alessandro non ha paura di mostrarsi vulnerabile ed ammette di soffrire di ansia. L’outro riprende degli estratti di un’intervista del 2019:

Sei in terapia? 

Si, ho bisogno delle medicine.

Ma perché, tu sei depresso? 

Eh beh, non le prenderei altrimenti. 

Insomma, la complessità dell’album è innegabile, come pure lo è il cambiamento dell’artista -dal titolo dell’album chi l’avrebbe mai detto, eh?-. Massimo Pericolo è da sempre un personaggio controverso e tale si conferma anche stavolta: le rime che fanno storcere il naso ai perbenisti e le tematiche “scomode” sono però bilanciate finemente da un mettersi a nudo costante e sorprendente. In questo album si percepisce rabbia, sofferenza, solitudine ma anche speranza, consapevolezza e ottimismo.

Quello di Massimo Pericolo, quindi, è un reminder positivo: non importa quanto stiano andando male, Le cose cambiano. Teniamolo a mente.


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