Intervista a Mannarino: idee e pensieri in nudità

da | Nov 30, 2023 | Interviste

Scaviamo sotto i testi di uno dei cantautori più espressivi d'Italia.

Abbiamo scambiato qualche parola con Mannarino, in partenza con il concept tour Corde. Questa serie di appuntamenti, ideati dieci anni fa e oggi riproposti, raccontano storie attraverso un insieme di strumenti a corde che, vibrando insieme, ci accompagnano nella ricerca di noi stessi.

Corde: un tour che spoglia le tue parole e le lascia libere di farsi sentire più forte. Credi che siamo in un momento storico in cui c’è un particolare bisogno di esporre idee, pensieri e posizioni?

In questo momento di idee ne stanno girando tante. C’è bisogno di esporsi perché i temi non mancano: da una parte la guerra, dall’altra le marce contro la violenza sulle donne che hanno coinvolto tutta Italia. È un momento molto importante a livello morale.

Anche canzoni che ho scritto da tanti anni in questo momento suonano attuali.

Vedo che anche le persone che vengono ai concerti sono affezionate ai testi, alla poetica, a quello che dico, alle storie che racconto che sono sempre state collegate con la società e con ciò che succede.

Ho riletto alcune tue dichiarazioni in merito alla mascolinità tossica. Cosa possono fare gli artisti per provare a sradicare dagli uomini questi atteggiamenti?

Beh, io oltre a tante canzoni, ho scritto anche un intero disco, V,  che gira intorno alla figura della donna.

La cosa bellissima è che da una parte c’è la rabbia, c’è la forza, c’è la passione delle donne che stanno combattendo la loro battaglia e dall’altra parte c’è il fatto che questa battaglia fa bene anche a noi uomini in quanto esseri umani.

Adesso che è così caldo il tema, mi rendo conto di averci visto lungo: dal 2018/2019 ho cominciato a concepire il disco V.

In realtà da sempre io ho affrontato nelle mie canzoni il tema del ruolo della donna.

Maddalena, Mary Lou, Signorina; è un tema a me molto caro, molto importante.

Negli ultimi giorni ho visto che una mia canzone, Statte Zitta, è stata presa da un collettivo femminista e adesso è diventata un inno in tante marce.

Sulla melodia di Statte Zitta, che parla di un amore malato, di un uomo che non riesce a sopportare e a vivere questo amore, sono state cambiate le parole per utilizzarla contro il femminicidio. 

Nelle piazze viene utilizzata come se le cantasse una donna e questo mi ha stupito molto: io raccontavo in quella canzone la sofferenza di un uomo nella relazione.

Vedo questo gesto un po’ come se l’avessero presa perché, capendone la potenza, l’hanno riscritta con la voce di una donna ed è un po’ come se avessero curato questa canzone in qualche modo.

Sempre in merito alla mascolinità tossica, ho spesso la sensazione che ci sia una parte di uomini ignifuga a qualsiasi tipo di sensibilizzazione sul tema. Cosa dovrebbero fare gli altri uomini per riuscire ad abbattere questa barriera?

Credo che tutti i grandi artisti del passato abbiano provato a fare qualcosa: se vai a vedere Verdi, Puccini, la Carmen, la Traviata, Madama Butterfly, Giulietta… tutte le donne finivano sempre suicide o uccise.

I grandi artisti hanno sempre fatto i conti con questo, con quello che adesso viene chiamato patriarcato: hanno sempre sentito questa sofferenza e hanno cercato di raccontare questa tragedia delle donne, mettendola in scena.

Io sono cresciuto in una famiglia con mia madre, casalinga, che doveva pulire, fare i letti, cucinare, portare i bambini a scuola, andare a lavorare, tornare, cucinare per pranzo, lavare i vestiti di tutti. É una schiavitù. Io l’ho vista con i miei occhi e l’ho vissuta direttamente, è la storia delle donne della mia famiglia. Quando cresci in una cultura del genere, il fatto è che puoi cominciare a pensare che sei superiore solo perché sei nato maschio. 

Quello che poi ti salva è mettersi a nudo nel rapporto con la donna, perché ti mette veramente a nudo. Solo che tanti uomini non ce la fanno ad affrontare questa nudità e neanche la depressione che può portare un rifiuto, che ti mette davanti alla tua inadeguatezza.

Invece di affrontare la depressione, di spaccarsi l’anima e fare una ricerca per cambiare, tanti uomini non sopportano, non ce la fanno. Questo narcisismo culturale è ciò che li fa stare male, il nemico da distruggere.

Ci sono brani che porti in questo tour a cui sei particolarmente affezionato? E brani che ti piace di più esprimere in questa veste? 

Il mio ultimo disco era molto di ricerca, ho usato molto l’elettronica, era molto incentrato sulle ritmiche. Invece in questo tour, Corde, racconto un po’ più la mia storia, con pezzi di tutti gli album. Tutti gli album sono bilanciati bene, perché in ognuno dei cinque album ci sono quattro o cinque brani ad album che si prestano bene al riarrangiamento.

Ci sono comunque anche brani dell’ultimo disco, anch’essi riarrangiati in versione acustica, che suonano molto bene e portano sfumature diverse. In generale, tutti i brani che ho scelto per questo tour mi piace portarli in giro con questa formazione.

Molti dei tuoi pezzi sembrano abbracciare la malinconia, attraversarla e, a volte, ballarci sopra. Che rapporto hai tu con la malinconia?

Allora, io ho imparato che la malinconia è una grande risorsa se l’affronti. Se entri nella tua tristezza, nel tuo dolore, il giorno dopo ti svegli bene, sei più forte. Quando scappi e cerchi di allontanare queste cose, non ti svegli mai bene.

Il discorso è quello di vivere naturalmente la propria vita, essere malinconici nei momenti in cui bisogna esserlo e godersi la felicità vera quando ce l’abbiamo. Nelle mie canzoni ho cercato di trasformare la malinconia, le tristezze, i dolori, con l’ironia e la bellezza della musica che ti cura, che è consolatoria, che è alienante e ti porta in mondi diversi.

Ho cercato di farlo anche con storie truci, molto tristi, narrandole in un modo diverso. Per esempio, Mary Lou che è la storia di una donna uccisa, la storia di un femminicidio, l’ho fatta diventare un’eroina che vola sopra la città. Oppure Scendi Giù, che è la storia di un carcerato ucciso dalle botte, nella canzone diventa un fantasma che si vendica di tutti e arriva fino al giudice.

Il fatto di avere uno strumento come la musica per me è salvifico. Soprattutto con il potere dei testi posso cambiare la realtà, raccontando storie che superano la malinconia. Ci sono anche molte canzoni che hanno una poetica triste, ma ritmiche che combattono la malinconia. L’ho imparato molto in Brasile, con il samba, che ha dei testi struggenti ma ritmiche che abbracciano la malinconia, ti cullano e, appunto, ti ci fanno ballare sopra. Questa penso sia la soluzione. Per me è la soluzione.

Cosa pensi del rapporto tra cultura e calcio e come vedi il calcio moderno? 

A me il calcio piace. Mi è sempre piaciuto giocare e vederlo. C’è molta poesia nel calcio, anche se chiaramente non nel calcio moderno, del business. Il calcio è il sogno del povero, dove la squadra più piccola e povera può vincere contro la corazzata della ricchezza e del potere.

Il Sassuolo o, che so, la Cremonese possono vincere contro la Juve, può succedere per tutte le variabili che il calcio comporta. Il mito di Maradona, il calcio è dove tutto è possibile: è anche il sogno del calciatore.

Il figlio dell’avvocato e del muratore, con la palla al piede, sono alla pari. Il calcio è pieno di metafore, è un’allegoria della guerra, della battaglia in qualche modo: due eserciti che si confrontano, con l’arbitro che incarna la sorte. 

Le parole di Mannarino, che siano in una canzone o in un’intervista, fanno sempre bene all’anima. Ci vediamo a teatro.

Qui tutte le date di Corde:

  • Mercoledì 29 novembre 2023, LA SPEZIA – TEATRO CIVICO
  • Mercoledì 6 dicembre 2023, MILANO – TEATRO ARCIMBOLDI
  • Giovedì 7 dicembre 2023, MILANO – TEATRO ARCIMBOLDI
  • Lunedì 11 dicembre 2023, ANCONA – TEATRO MUSE
  • Martedì 12 dicembre 2023, ANCONA – TEATRO MUSE
  • Venerdì 15 dicembre 2023, FIRENZE – TEATRO VERDI
  • Lunedì 18 dicembre 2023, BOLOGNA – TEATRO EUROPAUDITORIUM
  • Sabato 23 dicembre 2023, PIACENZA – TEATRO MUNICIPALE
  • Martedì 26 dicembre 2023, ROMA – AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA Sala Santa Cecilia
  • Mercoledì 27 dicembre 2023, ROMA – AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA Sala Santa Cecilia
  • Giovedì 28 dicembre 2023, ROMA – AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA Sala Santa Cecilia
  • Sabato 30 dicembre 2023, PALERMO – TEATRO BIONDO
  • Venerdì 5 gennaio 2024, CAGLIARI – TEATRO MASSIMO- SOLD OUT
  • Sabato 6 gennaio 2024, CAGLIARI – TEATRO MASSIMO
  • Sabato 13 gennaio 2024, PESCARA – TEATRO MASSIMO
  • Lunedì 15 gennaio 2024, TRIESTE – TEATRO POLITEAMA ROSSETTI
  • Mercoledì 17 gennaio 2024, NAPOLI – TEATRO AUGUSTEO

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