Cosa significa Tedua? Tedua.
Una sola parola per rispondere ad una domanda di un’intervista, una sola parola per descrivere questo disco: Tedua.
La Divina commedia non ha bisogno di enormi didascalie o di essere spiegata particolarmente. L’importante è dire il nome dell’artista che ha alzato in grande stile l’asticella e l’aspettativa del pubblico. Un disco differente, che alza il livello, sia per l’artista che per tutto il mercato intorno. Il disco è maturo sia musicalmente che concettualmente.
La grande vittoria di Tedua è una in particolare, forse la più complicata: ha integrato perfettamente ogni featuring alle vibes dei pezzi e dell’intero progetto, senza snaturarlo o renderlo poco personale.
L’intro uscita prima del progetto è giusto il primo piede nella selva oscura, un assaggio di flow, metrica e rime che riportano il nome di Tedua.
Subito dopo c’è uno dei papabili pezzi più belli del disco. Il Paradiso Artificiale, luogo d’incontro di Kid Yugi e Baby Gang con il rapper genovese, è la traccia che più poteva ricevere critiche, ma che invece farà ricredere migliaia e milioni di ascoltatori. Soprattutto Baby Gang sembrava una scelta azzardata, visto il personaggio divisivo. Niente azzardo, il ritornello spacca e si unisce alla perfezione alle linee melodiche di Tedua e Kid Yugi.
Andando avanti, se Malamente è un pezzo che tende a delle linee più pop e meno urban, Hoe ci ricorda subito cosa succede a mettere sullo stesso beat Sfera e Tedua.
Il pezzo si trova decisamente nel girone dei lussuriosi, perchè l’apporto dei due è stellare. Il primo si dimostra un hitmaker incontestabile, il secondo si conferma all’interno della coppia d’oro, forse la più forte uscita dalla Wave 2016. Poi abbiamo anche l’Angelo all’inferno, pezzo che vede la collaborazione di Federica Abbate e Salmo, forse uno dei pezzi meno indimenticabili del progetto, comunque di assoluto valore musicale.
L’inferno delle Mancanze Affettive coinvolge Geolier, che porta nel disco un tocco di atmosfera partenopea.
Mantiene infatti una delicatezza che è assolutamente perfetta per la traccia. Red Light sposta di nuovo l’attenzione musicale verso un’atmosfera più pop e chill, un pezzo di pura distensione dei nervi. Dopodichè ci sono tre canzoni con tre featuring eccezionali: Volgare, con un ritornello Lazza nella sua versione più melodica, tra i migliori pezzi contenuti nel disco; Scala di Milano con Guè e Diluvio a Luglio con Marracash, due brani con i due artisti più forti della storia del rap italiano.
Chiudono la stagione dei featuring Bresh e Rkomi, che insieme sulla stessa base sono una piacevole sorpresa, e i Bnkr44. I ragazzini terribili che si sono esibiti anche a Sanremo si rivedono nel disco di un big come Tedua, rivelandosi sempre di più come artisti a tutto tondo…non chiamateli emergenti! Pezzi come Soffierà, Bagagli e l’Outro concludono il disco con un tocco di Mario in più, lasciando all’ascoltatore l’intimità con l’ascolto.
In tutto ciò, come suona il disco? Bene, benissimo. Il livello che ha portato Tedua è altissimo, ha alzato le aspettative su qualsiasi cosa uscirà d’ora in avanti. La Divina Commedia è un progetto di assoluto valore, curatissimo musicalmente e a livello testuale.
Tedua è l’epicentro di ogni traccia, i vari featuring sono perle perfettamente incastonate nella totalità del prodotto. Il ritorno del genovese, quello a cui tutti dicevano che non andasse a tempo, è stato un successo su tutta la linea.
La Divina Commedia è vostra ora, potete scendere nell’inferno e purgatorio dantesco senza svenire dopo ogni canto, ma indossando un paio di auricolari. Il nuovo disco di Tedua è fuori ora, su tutti i digital stores.