Com’è che si dice di solito? Il secondo disco è sempre il più complesso da “partorire”, complici le alte aspettative e le pressioni che fanno puntualmente da contorno (soprattutto se il primo progetto ha ottenuto svariati consensi e riconoscimenti).
Eppure, tutto ciò sembra non toccare minimamente Francesca Calearo, in arte Madame.
In seguito al successo del brano IL BENE NEL MALE presentato all’ultima edizione del Festival di Sanremo, Madame sgancia una vera e propria bomba ad orologeria, il suo secondo disco L’AMORE, finalmente fuori su tutte le piattaforme.
Ce lo aspettavamo? Sì.
È un progetto controcorrente rispetto alla Madame urban degli inizi e delle più recenti hit? Anche.
Ma è proprio questa fluidità e imprevedibilità a livello stilistico a dare quel guizzo in più all’intero disco. Si potrebbe definire un progetto cantautorale a tutti gli effetti in cui l’impeccabile abilità narrativa di Madame primeggia su tutto.
Il tessuto narrativo de L’AMORE si delinea in 14 brani inediti (più la bonus track Tekno Pokè), scritti interamente dall’artista classe 2002. Nessuna collaborazione, tanto coraggio, ma altrettante consapevolezze e una maturità artistica invidiabile.
In ogni pezzo viene minuziosamente raccontata una storia, un vissuto, un’immagine nitida; in ogni brano si alternano fantasia e riferimenti autobiografici. Il fil rouge di tutto è ovviamente L’Amore, valore sviscerato in maniera anticonvenzionale, osservato da più prospettive inedite e riscoperto allo stato più essenziale e puro.
“L’amore è persino lì dove non c’è fortuna, dove non c’è luce, dove non c’è motivo. Lui è comunque lì. Non guarda in faccia nessuno, non ha paura e scivola in silenzio, senza giudizio, negli angoli più insidiosi e sporchi del mondo portando la vita. Io lì ho conosciuto il suo immenso potere, ho pianto forte e gli ho detto ‘grazie’. Grazie perché senza di te non esisterebbe niente. Io non ero attratta dal male, ma dal bene che c’era in questo male, ed era l’amore. È sempre stato l’amore”
“Tutte queste canzoni partono all’inizio come storie d’amore personali e nel corso della scrittura si tesse quasi da sola una sorta di racconto e poi nascono dei personaggi, una morale finale, in alcune storie esplicita, in altre no”
“Non parlerò mai solo di amore inteso come amore di coppia, famiglia, quel tipo di amore lo conosciamo tutti. Esistono delle altre forme d’amore che non hanno un nome e sono delle sfumature che dividono un colore primario dall’altro, ed è in queste sfumature che molto spesso si nascondono le gemme più preziose dell’amore. Affronto una versione più essenziale dell’amore”.
A ogni racconto è abbinato un diverso personaggio, il più delle volte una donna: una prostituta in IL BENE NEL MALE, una ninfomane in NIMPHA, l’amica Matilde in MILAGRO, una donna potente, una sottomessa, una bambina, Madame medesima.
“Queste donne che racconto sono solo alcune e come tutte vivono l’amore, il sesso, l’intimità, l’intensità, il dolore, la mancanza, l’ossessione, la privazione, la dipendenza, la gioia, l’energia e le forti emozioni”
“Nimpha è un altro dei personaggi principali di questo disco. Si parla di un uomo che è innamorato di lei, ma non ne può più di sfamarla. Lei incarna non solo la ninfomania, ma tutte le persone con una sessualità pronunciata o reputata sbagliata (sia uomini che donne), tutte queste persone che non si sentono amate dal prossimo. È un po’ come la storia della prostituta di Sanremo. Tutto il disco cerca di fare luce su situazioni o persone di cui non si parla, di cui si evita di parlare, o comunque di cui è difficile parlare razionalmente”
Anche il genere maschile conquista uno spazio di protagonismo nel disco. In COME VOGLIO L’AMORE, traccia che dà il La all’intero disco, Madame rivolge un pensiero agli uomini che hanno incrociato il suo cammino. DONNA VEDI invece è un brano pensato da una donna che in una vita passata è stata un uomo e gradualmente ripercorre svariati stereotipi e pregiudizi di genere.
“COME VOGLIO L’AMORE è un brano che ho dedicato agli uomini che ho amato, conosciuto, visto, immaginato, uomini che ho compreso e osservato senza giudizio, uomini che spesso si sentono soli e non apprezzati. Questo pezzo lo dedico a loro”.
“In DONNA VEDI immagino che in una vita precedente ero un uomo. Io parlo a questa donna e le dico ‘io vorrei capirti al 100%, amarti e rispettarti’; è un brano che mette in luce tutti quelli che sono gli stereotipi legati alle donne”
Un’altra costante del disco è il concetto di “perversione”, dal latino pervertĕre (distorcere, alterare). Ancora una volta, un intento dell’artista di abbattere limiti concettuali e pregiudizi, una volontà sfrenata di voler indagare l’animo umano e accogliere con coraggio ed entusiasmo l’intensità dell’amore, che non deve essere spiegato e intrappolato in confini ben precisi.
“Una questione che ricorre spesso in questo disco, ma in generale in tutta la mia carriera è la perversione delle parole. “Perversione” è un termine che ho scoperto in realtà da poco e molto spesso si associa a qualcosa di sessualmente sbagliato. In realtà, perversione significa prendere un concetto e trasmutarlo in qualcosa di opposto, differente. Io le parole in una canzone le utilizzo come sfida, quasi a voler cercare una reazione negli ascoltatori, cercare di sedurre, disturbare; è un gioco, è una libertà, una licenza alla quale io sarò sempre molto attaccata, è un rischio che mi prendo volentieri”
“Un analista un po’ di anni fa mi disse ‘tu sei un giocoliere che gioca con le palle infuocate, dovrai stare attenta nella tua vita a non scottarti troppo’, ma anche scottarsi può essere piacevole in alcune situazioni. Lo skit dell’album è scritto con le stesse premesse, intento di sfidare la morale e provocare una reazione, tutto con estrema leggerezza”
Il disco si chiude con AVATAR – L’amore non esiste, in cui si giunge al climax definitivo della concezione di amore per Francesca. La storia dietro la nascita del brano è davvero singolare.
“Dopo un disco chiamato L’AMORE, con un concept sull’amore, piazzare un titolo del genere sembra un controsenso, oppure una visione pessimista di tutto quello che ho detto finora. In realtà no. Il brano nasce in seguito a un episodio. Stavo facendo un’esperienza particolare in cui ad un certo punto io e altre persone ci siamo ritrovate a ballare bendati e a girare per una stanza. A un certo punto arriva una donna che si spruzza dell’acqua profumata sulle mani e mi inizia a toccare il viso per alcuni secondi. Io, presa dalla musica e dalla situazione, inizio a provare un forte sentimento di amore nei confronti di quel gesto e immagino quasi che da quel petto esca una sorta di luce collegata a quest’altra persona ignota. E da lì è nato questo mantra ‘Tu non esisti, ma io ti sento’, tu non esisti come persona perché in quel momento non hai una faccia, non hai un corpo, ma io ti sento comunque. Se dovessi dire l’amore cos’è direi esattamente che è quel tipo di connessione che si crea al di là di tutto l’aspetto sociale che può essere costruito intorno. AVATAR è costruita come un viaggio di due anime che si incontrano”
L’AMORE è un disco che richiede molteplici ascolti, è un mosaico che deve essere ricostruito in maniera graduale e attenta, pezzo per pezzo, con molta cura. È un progetto estremamente articolato e strutturato, stilisticamente e concettualmente parlando, che contiene al suo interno un’infinità di strati e chiavi di lettura. Ed è proprio qui che risiedono la magia e la preziosità.
L’AMORE è una gemma che si cela nel buio. Non è assolutamente un disco per tutti, ma è senza ombra di dubbio destinato a rimanere nel tempo.