31/08 di Mecna: (pen)ultimo atto di una turbolenta estate

da | Ago 31, 2022 | News

31/08 = fine estate, e non serve aspettare l’equinozio d’autunno. Lo sappiano tutti, c’è chi soffre di August Blues, ossia quella strana malinconia di fine estate, quella leggera sensazione di malessere, passeggera, un po’ come se fossimo stesi a letto la domenica sera in attesa del lunedì. Ecco, settembre, per molti, è la domenica sera […]

31/08 = fine estate, e non serve aspettare l’equinozio d’autunno. Lo sappiano tutti, c’è chi soffre di August Blues, ossia quella strana malinconia di fine estate, quella leggera sensazione di malessere, passeggera, un po’ come se fossimo stesi a letto la domenica sera in attesa del lunedì. Ecco, settembre, per molti, è la domenica sera dell’anno.

Quante canzoni parlano della fine dell’estate? Troppe. Quante canzoni sembrano essere state scritte appositamente per noi, le sentiamo cucite addosso, sono nostre? Non tutte, ma qualcuna sicuramente.

Perché proprio 31/08 ?

31/08 è quasi l’epilogo di un qualcosa, rientra nella leggenda del 31, in quella trilogia che sancisce il percorso artistico di Mecna, storicamente uno che non ama particolarmente l’estate, ecco.

Lo scenario è il solito, comunque uno dei grandi classici: l’altro che parte, noi che restiamo, con la consapevolezza che difficilmente lo seguiremo. Si passa dalla certezza di 31/07, con la sua

Avevo detto mai e invece è adesso

al condizionale di 31/08, con

Per come sono fatto io lo mollerei il lavoro per te,
ma andrei girando in Danimarca in alberghi a una stella

Si tratta del racconto dell’ultimo giorno di agosto, l’ultimo giorno che in molti considerano d’estate, l’ultimo che anticipa l’arrivo di settembre, della quotidianità, della realtà (triste o spensierata che sia), della speranza che qualcosa possa ancora realizzarsi (con il senno di poi, anche no).

C’è ancora una minima parte di noi che spera in un ritorno, quella minima parte che tendiamo a soffocare per non farci ancora del male,

Tu resta qua non andare chissà dove, farai fatica a camminare come
quando un paio di Vans nuove ti spaccano dietro il tallone

Ma perché?

Perché logorarsi per qualcuno che non si è fatto scrupolo alcuno? Perché struggersi per chi ha deciso di vivere senza averci intorno? Perché continuare a vivere sapendo che l’altro non ha considerazione alcuna della nostra persona?

Sapete cosa vi dico? Io quelle Vans non le ho più messe, ho deciso di non prestarmi più a quel gioco, come se fossero un simbolo di un qualcosa forse mai nato, ma sicuramente finito.

Ho deciso di seguire il consiglio di Akureyri, nonostante la sensazione che forse qualcosa poteva essere ancora fatto:

Mi avessero detto che un giorno poi il mondo mi crollava addosso
sarei andato in palestra più spesso, cercando di attutire il colpo.
Non ho messo mai più quelle dannate Vans dopo l’ultimo giorno di agosto

Succede invece che l’accettazione del distacco e la consapevolezza che tutto sia finito risultano essere presenti solo in un momento, un preciso momento dove rassegnazione e fantasia vanno a braccetto, in un proiezione onirica di quello che sarà:

Cercherò di immaginare com’è non essere triste,
non vivere come vivrai quando te ne andrai

La distanza mentale qui assume sempre più la forma della distanza fisica. L’assenza del corpo è palese, agosto termina e lascia spazio a settembre, a quel 31/09 che andrà a sancire il definitivo addio:

Non capisco come mai, siamo soli e ci perdiamo quasi sempre.
Pensa a quando mi vedrai, dirti addio proprio il 31 di settembre…

C’est la vie amici miei, è il gioco delle parti. C’è chi è felice così, chi paga lo scotto, chi pagherà dazio, chi si pentirà e chi andrà dritto per la propria strada. L’unica certezza è che noi saremo sempre qui, il 31/08, a tirare le somme di quello che è stato, a conoscere da quale parte della barricata stiamo, se saremo quelli che soffrono o quelli che faranno soffrire. Quindi, pensandoci, forse non conviene procrastinare e dirsi addio tra un mese. Se i tempi sono maturi fatelo oggi, urlatelo quell’addio, non tenetelo in gola, non abbiate paura di essere felici, da soli, per poi innamorarvi ancora una volta.

OFF TOPIC:

E poi perché non ricordare il santo di oggi? Il 31 d’agosto è e resterà sempre anche San Brunori, magari nella sua versione originale:

Il 31 d’Agosto c’è una storia che nasce e un’estate che muore…

o magari in una versione alternativa:

Il 31 d’agosto c’è un fidanzamento che nasce e una frequentazione primaverile che muore…

ma questi sono dettagli, è un’altra storia.

Godiamoci quello che viene, e scusatemi se disturbo i Verdena quando vi dico che settembre ci porterà con sé…

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