Dietro la maschera, Myss Keta si fa “paladina” delle donne, pazzeske, raccontando aneddoti inebrianti e piccanti, proprio come è il suo album Paprika.
Driin. Suona la sveglia. Mi tiro su, capelli scompigliati, giallo paglia. Vestaglia di seta rosso fuoco piccante Paprika e occhiale da sole così nè io nè me stessa vediamo il trucco sbavato di ieri sera.
Caffè e sigaretta, e poi dritto al cessò per il restauro.
Mi guardo allo specchio e mi riconosco. Levo il trucco residuo e mi lavo via l’hangover di ieri sera. Che schifo. Mi vesto e mi ritrucco. Oggi mi sento come Myss Keta in Paprika. Sfacciata e irriverente.
Mi guardo allo specchio “Eccola qua la mia ragazza! Una donna che conta” ormai è il mio mantra. La pompo nelle casse in bagno.
Un saluto speciale a tutti quelli a cui ho dato il mio cuore e anche qualcosina di più
“Con tutti quelli e quelle che son passati, io sono ancora qua e detto le regole”. Ok, forse un po’ meno, ma lo spirito è quello giusto. Mi sento zarra nell’anima.
Mi metto il rossetto, rosso fuoco, bello, deciso.
Precipitò dalle scale, prendo il 13 per raggiungere le ragazze. Ci siamo tutte per fare ape in centro.
Siamo le ragazze di Porta Venezia guidate dalla brama mosse dall’inerzia.
Cazzo guardaci, siamo pazzeske. Tutte diverse, tutte con storie tempestose, ma tutte guerriere sailor. Toste, cazzute e fragili contemporaneamente. Donne. Ci sentiamo come Le Ragazze Di Porta Venezia, il centro dello scambio culturale milanese, e quartiere LGBT. Noi così variopinte, ma senza l’una le altre esistono un po’ meno. Ecco perché ci rispecchiamo in quella canzone. E la ineggiamo ad alta voce come un urlo di battaglia.
Altro giro per le ragazze prego!
È questo chi è? Vuol offrirmi da bere, che faccia tosta. Vuoi giocare? Giochiamo. Sono la Main Bitch, non gli permetto di prendersi libertà. Ok Battere il ferro finchè caldo ma baby, non approfittare della mia audacia alcolica.
Hai perso troppi venerdì
La giacca Stone Island te la lavo col Long Island
Fly down (sì) che in alto volano gli schiaffi
Coglione.
Torno dalle ragazze. Torniamo a governare.
Altro giro!
Eccolo, entra nel locale a passo deciso, in sottofondo nella mia mente è accompagnato da quella chitarra quasi country, un vero macho. Un Bono da paura.
Eccolo, entra nel locale a passo deciso, in sottofondo nella mia mente è accompagnato da quella chitarra quasi country, un vero macho. Un Bono da paura.
Come Fabrizio Corona e Asia Argento, baby io e te siamo la coppia del momento.
Mi guarda e mi sorride, ho fatto centro. Mi alzo e vado ad appoggiare la mia pesca avvolta nel lattex sullo sgabello accanto al suo. Gli dico “Ehi” cercando di essere sexy, e magnetica quasi quanto la Myss. Faccio la donna, ordino da bere e pago. Nulla gli è dovuto ora.Lo guardo mentre parla, fissandolo negli occhi, passandomi sulle labbra infuocate questa ciliegia rossa e lucida, su e giù, accompagnandolo con la lingua.
Sento il whisky di cui ne è intrinseca ravvivarmi l’anima, e l’angostura lasciarmi l’amaro in bocca. Manhattan. Lui parla, io lo guardo. Baby ti farei con la lingua un’origami col picciolo di questa ciliegia, ma ehi, poi vorresti un feat. Mi sembra di sentire Quentin40 che rappa affianco della Myss.
Mi eccita.
Fumiamo nel locale, con luci rosse, avvolti dalla nube confusa di fumo. E l’atmosfera diventa calda, piccante.
Mi sento immersa in Paprika.
Come un sogno lucido.